UK, l’industria motociclistica contro i test delle auto a guida autonoma
La corsa del Governo britannico verso i veicoli a guida autonoma solleva nuove perplessità. L’industria motociclistica, compatta, chiede garanzie di sicurezza: senza regole chiare, i motociclisti rischiano di restare gli utenti più esposti...
Un’accelerazione che preoccupa
Nel Regno Unito, la Motorcycle Industry Association (MCIA) è l’ultima – e più autorevole – voce a sollevare dubbi sulla scelta del Governo di anticipare al 2026 i primi test dei servizi a guida autonoma, come taxi e piccoli bus. Inizialmente previsti per il 2027, i trial sono stati “fast-tracked” alla primavera dell’anno prossimo, con l’apertura di una consultazione pubblica di tre mesi dedicata agli standard di sicurezza. La preoccupazione è condivisa anche da altre realtà del settore come il National Motorcyclists’ Council (NMC) e il Motorcycle Action Group (MAG), che già avevano segnalato il rischio di lasciare i motociclisti in posizione di particolare vulnerabilità (argomento di cui abbiamo parlato in più occasioni, l’ultima qui).
Il parere della MCIA
Con la chiusura del processo, anche la MCIA ha formalizzato la propria posizione. Nel documento, l’associazione chiarisce che i costruttori non intendono ostacolare l’innovazione, ma ribadisce che i motociclisti e gli utenti di ciclomotori non possono essere trascurati. “L’ambizione del Governo deve poggiare su principi di sicurezza solidi e applicabili, che tengano conto in modo esplicito dei rischi unici affrontati da motociclisti e scooteristi”, si legge nella nota. “Con requisiti tecnici chiari, controlli di sicurezza periodici, una trasparente rendicontazione dei dati e un’attenzione all’equità - prosegue la nota - il Regno Unito può guidare l’innovazione nella guida automatizzata, senza dimenticare i suoi utenti più vulnerabili”.

La legge e i rischi del “fast track”
Il Vehicles Act 2024 aveva inizialmente fissato al 2027 l’avvio dei servizi a guida autonoma, disponibili tramite app e senza la presenza di un conducente. Ora però la timeline è stata rivista e i primi progetti pilota partiranno già nel 2026. Un anticipo che non convince tutti. “Un’accelerazione inevitabilmente porta con sé compromessi” ha dichiarato Craig Carey-Clinch, direttore esecutivo di NMC. “Invitiamo il Segretario ai Trasporti a valutare attentamente i prossimi passi e a non forzare i tempi prima che il SoSP (Statement of Safety Principles) sia pienamente sviluppato e applicato.” Ancora più critica la posizione del Motorcycle Action Group: “La legge richiede che i veicoli eguaglino la condotta di ‘guidatori umani attenti e competenti’, ma non fornisce una definizione misurabile di tale standard. Con i motociclisti che nel 2023 hanno rappresentato 315 delle 1.695 vittime stradali totali, pur essendo meno dell’1% del traffico, crediamo che gli attuali standard di guida umana siano già insufficienti a proteggere gli utenti vulnerabili”.
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