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Spostamenti tra regioni: 3 o 10 giugno, ma tutti insieme

Aprire tutti insieme e con le stesse condizioni. Questa la linea del governo per dare il via libera agli spostamenti tra regioni. Le ipotesi potrebbero essere due: o si riapre il 3, oppure si rimanda di 7 giorni. Niente passaporto sanitario, anche se non è esclusa una “quarantena breve”. Prima però bisognerà valutare i dati sui contagi
Apertura regioni
Impegnato a dirimere la complicata questione delle riaperture, il governo sembr intenzionato a proporre ai presidenti due soluzioni: o liberi tutti dal 3 giugno (quanto cioè s’era detto in precedenza), oppure rinvio di una settimana dell’entrata in vigore del decreto. L’intento è quello di evitare strappi con le regioni del Sud, che minacciano di far entrare sul proprio territorio solo chi si presenterà con il test sierologico effettuato nei tre giorni precedenti. Ipotesi già respinta dallo stesso Boccia che, tuttalpiù, ha ventilato l’idea di una quarantena “breve” (4 o 5 giorni) per chi, proveniente dalle aree più a rischio, si dovesse recare in alcuni territori. Una soluzione potenzialmente utile, nel caso del liberi tutti dal 3 giugno, a “rassicurare” i residenti nelle regioni con tassi di contagio prossimi allo zero.

Seppur meno drastica del passaporto sanitario chiesto dal presidente della Sardegna Solinas, anche questa possibilità, tuttavia, potrebbe dimostrarsi uno scoglio importante alla ripresa del turismo. L’idea migliore sarebbe pertanto quella di riaprire, tutti insieme, il 3 giugno, esattamente come previsto dal Decreto del 18 maggio. Fondamentale sarà però rilevare un miglioramento dei dati relativi ai contagi: se così non dovesse essere, si potrebbe procedere con la seconda possibilità, quella cioè di riaprire, sempre tutti insieme ed alle medesime condizioni, ma a partire dal 10 giugno.

Per sciogliere il nodo, bisognerà pertanto aspettare i dati del monitoraggio nazionale sulle regioni attesi già da oggi. Il lungo weekend servirà al governo per valutare l’opinione del comitato di esperti e, quindi, decidere il da farsi. Sul tavolo c’è però anche la questione della riapertura internazionale, anch’essa attesa per il 3 giugno, riguardo alla quale è escluso che possa esserci disparità di trattamento tra italiani e stranieri. In ogni caso, riguardo ad iniziative prese dalle regioni, Boccia ha chiarito: “misure restrittive rispetto ai decreti non sono vietate, ma devono essere comunque in linea. Altrimenti impugneremo i provvedimenti davanti al Tar”. 

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