RoninSu, il chopper 125 nasce da un Honda Cub
È un esemplare unico costruito in Cina, sulla base di un Honda Cub ed è più eccentrico di quanto potreste mai immaginare
Già di per sé i chopper nascono per stupire, ma questo va oltre i limiti dell’immaginazione proprio per la sua originalità. È un esemplare unico costruito ad Hangzhou, in Cina, dal marchio RoninSu, sulla base di un Honda Cub, ed è ancora più eccentrico di quanto potreste mai immaginare. Della moto di partenza è rimasto poco ed anzi è stato sostituito anche il motore, che resta sempre un monocilindrico 125 cm³ a quattro tempi ma è quello del produttore cinese Zongshen.
È una moto ridotta all'essenziale ed è forse anche per quello che riesce a stupire.
“Secondo me, costruire un chopper è un'arte di sottrazione – spiega RoninSu – ma questo non significa che non si considerino ogni dettaglio e ogni proporzione. Ogni fase del processo richiede un'attenta valutazione prima di poter essere eseguita".
Cambia tutto
È cambiato quasi tutto, non solo il motore. Il telaio originale è stato tagliato, allungato e trasformato in hardtail, cioè con la parte posteriore rigida, cosicché risulta ancora più difficile riconoscere la moto di partenza. Le misure, manco a dirlo, sono cambiate radicalmente ed ora il chopper Cub ha un interasse di 1540 mm, mentre i due steli della forcella inclinatissima sono lunghi la bellezza di 94 mm. Le ruote sono entrambe di 18”, un rinforzo in alluminio fatto a mano incrementa la rigidità dell’avantreno. Sulle piastre di forcella lavorate a CNC ci sono riser a osso di cane che fissano ancora più in alto il manubrio realizzato su misura.
I comandi al manubrio sono ridotti all'osso
Pochi comandi
I comandi sono ridotti al minimo perché il motore Zongshen ha la trasmissione semi-automatica e dunque non necessita di leva della frizione, ed il freno anteriore è stato rimosso come su ogni chopper che si rispetti; quindi sul manubrio restano solo l’acceleratore e le manopole. Il cambio invece è comandato in maniera tradizionale, da una leva sul lato sinistro della moto. Le pedane sono quelle originali ma RoninSu ne ha aggiunte una coppia Highway, più avanzate, per assumere la caratteristica posizione di guida nelle lunghe percorrenze.
Il motore 125 ha il cambio semiautomatico
La carrozzeria è ridotta a un serbatoio peanut, “nocciolina”, da 6 litri, e un vistoso parafango posteriore a coda d’anatra; la sella trapuntata di stile classico è costruita su una scocca in fibra di vetro. Sotto, protette da nuove coperture laterali, ci sono la batteria e il blocchetto delle chiavi di contatto. Non c’è altro.
Poca luce
L’illuminazione è decisamente striminzita, soltanto un piccolo faro anteriore con la lente gialla e un semplice fanale posteriore a LED appiccicato in alto, in cima al poggia schiena di tubi cromati che sostiene anche la targa, fiancheggiato da una marmitta a siluro.
La livrea bordeaux sembra semplice ma nel colore sono inseriti elementi riflettenti che lo fanno brillare alla luce del sole, mentre il serbatoio è impreziosito da dettagli aerografati e in foglia d’argento. Affascinante, alla fine dei conti. Quasi da fare dimenticare che deriva da un banalissimo ciclomotore.
Foto e immagini
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