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Romano Prodi boccia l’auto elettrica: "Un assist a Cina e USA"

Romano Prodi boccia l’auto elettrica e la decisione presa dal Parlamento Europeo di bloccare la vendita di auto a benzina. Secondo il professore lo stop ai motori termici sarebbe un favoloso l’assist fornito a Cina e USA

Prodi boccia l’elettrica
Com’era facile immaginare, la decisione presa dal parlamento europeo di fermare la produzione di motori diesel e benzina dal 2035 ha sollevato non poche perplessità. Si discute sui risvolti economici e sociali, nonché sulle nuove (e per nulla semplici) sfide a cui i Paesi dell’Unione andranno incontro. Tra i tanti ad intervenire anche Romano Prodi che, con un duro articolo pubblicato  sul Messaggero ha senza mezzi termini “bocciato" le auto elettriche. Nella sua esamina, l’ex presidente Ue ha da una parte sottolineato l’assist fornito a livello industriale ai “nostri” concorrenti, cioè Usa e Cina, e, dall’altra, ricordato la scarsa “sostenibilità” dell’auto elettrica a livello ambientale, tornando su vecchie questioni inerenti, per esempio, l’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla loro produzione e lo smaltimento delle batterie. Questioni emerse tra l’altro anche dal recente rapporto diffuso pochi giorni fa da un un pool di accademici della California (ve ne parlavamo qui).
Bocciato anche il “riesame” promesso tra due anni dalla stessa UE, considerato da professore nient’altro che una “pezza peggiore del buco”:  “Forse - ha spiegato nel suo articolo Prodi - gli stessi legislatori europei hanno nutrito qualche dubbio in materia quando hanno proposto un riesame nel 2025, ma si tratta di una pezza peggiore del buco perché nel frattempo tutte le grandi decisioni saranno state già messe in atto con la conseguenza di bloccare ogni ricerca per migliorare il funzionamento del motore endotermico”.

Secondo Alberto Bombassei
Parole a cui fanno eco, tra le tante, quelle del patron di Brembo Alberto Bombassei che, in veste di imprenditore prima che di politico, ha commentato: “le perplessità di Prodi sono tutte condivisibili e ben rappresentate ma sono ancor più importanti perché contribuiscono a farci uscire dagli steccati ideologici. Si tratta solo di buonsenso e non di bandiere politiche”.
Bombassei, che già in precedenza e in più occasioni aveva sottolineato le problematiche derivanti da un cambio di produzione (“Se smettessimo di produrre macchine a gasolio o a benzina - diceva al Corriere nel 2019 - e facessimo soltanto più auto elettriche perderemmo un lavoratore su tre”), ha quindi - come Prodi - insistito sulla “contraddizione” del “riesame” concesso dalla Commissioni di qui ai prossimi anni: “A Bruxelles - ha detto - si sostiene che sarà possibile correggere la rotta nel 2026, ma i costruttori hanno già investito 250 miliardi di euro. La contraddizione è evidente”.

 

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