Mutonia, il villaggio "Mad Max" della Romagna rischia lo sgombero
Il collettivo Mutoid di Santarcangelo di Romagna di nuovo sotto minaccia: il Consiglio di Stato ha annullato il piano urbanistico che proteggeva il sito
Un'esperienza artistica e sociale unica
Mutonia è una comunità artistica sorta nei primi anni novanta a Santarcangelo di Romagna, grazie all'iniziativa della Mutoid Waste Company, collettivo inglese attivo nell'ambito della cultura squatter, punk e post-industriale. Invitati nel 1991 al festival teatrale locale, i Mutoidi si stabilirono in un'ex cava in disuso sul fiume Marecchia, iniziando a costruire sculture steampunk, molto simili, per intenderci, all'estetica post apocalittica di Mad Max e delle sue auto e moto, e abitazioni con materiali di recupero. Nel tempo, il sito è diventato un villaggio permanente dove arte, sostenibilità e vita comunitaria si fondono in un progetto di convivenza alternativo. Con una presenza ormai radicata nel territorio, Mutonia ha contribuito a ridefinire l'identità culturale dell'area, offrendo un modello concreto di partecipazione civica e rigenerazione urbana.
Dal riconoscimento istituzionale al nuovo rischio
Già nel 2013 Mutonia era stata al centro di un contenzioso legale scaturito da una denuncia per disturbo da parte di un vicino. La mobilitazione che ne seguì coinvolse amministrazioni locali e l'opinione pubblica, portando al riconoscimento del sito come "parco culturale" e alla revoca dell'ordinanza di sgombero. Tuttavia, nel gennaio 2025, il Consiglio di Stato ha annullato il piano urbanistico del Comune di Santarcangelo che tutelava l'area, riaprendo il rischio concreto di smantellamento della comunità. Il sindaco ha dichiarato la volontà di trovare una nuova soluzione, ma la vicenda solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra pratiche artistiche indipendenti e pianificazione del territorio.
Perché Mutonia è importante?
La storia di Mutonia si inserisce nel dibattito contemporaneo sull'uso degli spazi pubblici, il diritto all'abitare e il ruolo sociale dell'arte. La sua estetica post-apocalittica richiama scenari come Mad Max, ma rappresenta in realtà un laboratorio di resistenza civile e innovazione sociale. Progetti come il documentario "Hometown Mutonia" (qui sotto il trailer) e il sostegno di artisti e direttori culturali hanno acceso nuovamente i riflettori sulla comunità. L'appello a includere Mutonia nei circuiti ufficiali della cultura, dai festival alla Biennale Architettura, punta a superare una visione elitaria del sistema artistico, riconoscendo valore a forme espressive nate ai margini, come la filosofia squatter, ma capaci di generare unione e senso critico. In un'epoca segnata da crisi abitative e conflitti identitari, Mutonia rappresenta una possibile risposta fondata su pluralismo, creatività e scelta.
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