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MotoGP 2015, intervista esclusiva a Livio Suppo: “Valentino Rossi è uno stimolo per Marc Marquez”

MotoGP news – Se la stagione 2014 è stata da sogno con Marc Marquez capace di un inizio fulminante con dieci vittorie all'attivo, il 2015 è partito decisamente al rallentatore. Dopo le prime quattro gare abbiamo chiesto un parere al team principal Livio Suppo su Marc Marquez, Dani Pedrosa, Hiroshi Aoyama, Casey Stoner e Jack Miller. Ecco cosa ci ha raccontato
"Stoner non sarebbe tornato al 100%"
Honda non ha iniziato alla grande questa stagione 2015.  Dopo quattro gare Marc Marquez è quarto in classifica generale, mentre Dani Pedrosa ha disputato solo il Gran Premio iniziale prima di operarsi al braccio destro. Il sostituto scelto è stato Hiroshi Aoyama e ciò ha creato diverse lamentele tra il pubblico, oltre ad avere “sorpreso” quello che sembrava essere il "sostituto naturale", ossia Casey Stoner. Il debutto di Jack Miller continua secondo le aspettative e in Argentina si è anche classificato come il miglior pilota Open. Tutti questi temi li abbiamo trattati con il team principal Livio Suppo, ecco cosa ci ha detto.
Come vedi Marc in questa terza stagione?
Ad essere sincero non vedo dei grossi cambiamenti. A livello di risultati, se guardi i punti, ce ne sono molti meno, però abbiamo fatto tre gare e sono stati tre week end in cui nelle prove ha dominato. In gara ha un passo per vincere, di quattro ne ha vinte finora una, però i suoi punti attuali non rispecchiano il suo vero potenziale. Marc lo vedo esattamente come lo scorso anno. Poi ci sono degli anni in cui ti gira tutto storto, e degli anni in cui ti gira tutto dritto. La vita è fatta così, basta non prendersela più di tanto.
In Argentina cos'hai pensato appena hai visto la caduta di Marc?
La prima cosa è stata vederlo che si è alzato come un grillo e ha corso, voleva dire che stava bene. Questa alla fine è la cosa più importante, che i piloti tornino nel garage con la moto o con le loro gambe, poi tutto il resto diventa più relativo. È chiaro che dispiace moltissimo, sono minimo venti punti buttati via, d'altra parte ci si lamentava che le gare non erano spettacolari, da quando c'è lui invece sono così. La combinazione Marc e Vale garantisce spettacolo con grandi sorpassi e controsorpassi e quando è così c'è il rischio che succedano queste cose. Fa parte del gioco. Credo che se Marc avesse un'attitudine diversa, non avrebbe per esempio superato Jorge Lorenzo nel 2013 qui a Jerez all'ultima curva e non avrebbe poi vinto il mondiale. Non mi sento di dire che ha sbagliato con il tentativo di sorpasso, anche se Vale aveva recuperato tanti secondi in pochi giri  e aveva in quel momento un altro passo. Solo Marc era sulla moto, aveva provato a risparmiare un po' le gomme per gli ultimi giri, se lo dice lui ci credo. Il peccato più grosso è che non abbiamo visto due giri di battaglia vera. Ci saranno altre occasioni.
Credi che questo Valentino possa spaventare Marc?
Marc è uno che vede sempre le cose in maniera positiva. Credo che poter battere un Valentino così in forma per Marc è ancora più stimolante. Vedendo gli ultimi due anni qualcuno potrebbe dire “ha vinto, ma Valentino era in una fase piena della sua carriera”, invece che Valentino faccia ancora un exploit, lottare con un avversario così, per Marc è uno stimolo ancora più grande. Dopo una stagione come lo scorso anno dove appariva tutto fin troppo facile, forse ci voleva anche un inizio diverso. Ogni vittoria è una cosa sempre molto difficile, è giusto così.
Passando a parlare di Dani Pedrosa, come avete reagito quando Dani in conferenza stampa in Qatar ha detto che voleva fermarsi?
Ovviamente non ce l'aspettavamo, non pensavo che avesse così male. È chiaro che era un pilota in un momento delicato, gli era crollato il mondo addosso. Sicuramente lo criticheranno perché non è voluto venire a correre a Jerez, ma credo che Dani l'ultima cosa che voglia sia ripiombare indietro.
La scelta di Aoyama, come sostituto di Dani Pedrosa ha lasciato piuttosto perplessi un po' di addetti ai lavori. Come rispondi?
Secondo me il più bravo a spiegare quello che è successo è stato Nakamoto, che è un giapponese ma molto estroverso. Ha detto che Casey per lui è come se fosse un figlio, per noi dell'HRC è un mito, l'idea di fargli correre due gare un po' così, non ci è sembrato giusto. Sapevamo che l'aspettativa per un pilota come Casey sarebbe stata mostruosa, perché gli appassionati si immaginano che Casey possa tornare qua e giocarsela con Marquez. Con tutto il rispetto che ho per il talento mostruoso di Casey, dopo due anni e mezzo che non ha guidato costantemente una moto, penso che sarebbe stato un po' difficile, sarebbe stato chiedergli troppo. Alla fine abbiamo valutato che era meglio evitare. Hero è comunque stato un pilota in attività fino allo scorso anno, ad Austin è arrivato decimo, in Argentina era undicesimo quando Petrucci ha deciso di accompagnarlo fuori. Rimane sempre nella top ten con questo livello così stellare. Poi alcuni hanno detto che avremmo potuto chiedere a Nicky Hayden, ma fino a prova contraria Nicky è arrivato dietro a Aoyama. Secondo noi è stata la scelta più normale.
Casey Stoner, però, sperava di poter essere lui il candidato. Come ha accettato questa decisione?
Sicuramente all'inizio non l'ha presa bene, ed è comprensibile. Poi Casey ha sempre detto quello che pensava. Nessuno può sapere cosa avrebbe potuto fare ad Austin e in Argentina, neanche lui stesso. Erano due piste nuove per lui, che non aveva proprio mai visto, e la moto attuale la conosce poco. Non ci ha mai lavorato per andare a cercare il tempo, ma solo per lo sviluppo. Sono anche due anni e mezzo che non lavora mirato ad andare forte. Quello che ci era chiaro è che non avremmo potuto metterlo nella condizione di rendere al 100%. Avrà un test con la MotoGP a ottobre.
Cosa ne pensi del debutto di Jack Miller?
Secondo me sta facendo quello che ci aspettavamo, cioè molta fatica. È normale che passare da una moto di 80 kg ad una che ne pesa il doppio, con quattro volte il numero di cavalli, i freni in carbonio e tutto, è un salto molto grande. Noi siamo i primi a saperlo e i primi a continuare a dirglielo. So che in questi mesi diversa gente ci ha criticato e ha visto i risultati dei test invernali e delle prime gare come deludenti. In Spagna hanno addirittura scritto che Miller è vittima degli errori dell'HRC. A noi ci fa un baffo (ride). Ci è chiaro che l'abbiamo messo nella condizione di fare un salto veramente molto molto grande, ma siamo comunque convinti che la squadra che gli abbiamo messo intorno e il suo potenziale siano in grado, con calma, di arrivare a dei livelli buoni. In fondo quello che tu puoi imparare in Moto2 lo puoi imparare anche qua, basta che la gente sia consapevole che quest'anno non devi aspettarti chissà cosa. In Argentina il suo dodicesimo posto, migliore delle Open, è grasso che cola. È presto per dire che abbiamo ragione. Bisogna continuare a lasciarlo lavorare tranquillo. Ci saranno giornate positive, giornate negative. È lui il primo che deve tenere a freno l'entusiasmo che hanno tutti i piloti di stare davanti. Secondo me, però, il potenziale per arrivare a fare bene c'è. 
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