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Motociclisti, rispetto alle auto l'indice di mortalità è doppio

Il numero delle vittime è più basso, ma l’indice di mortalità più che doppio. Motociclisti e ciclisti rischiano in strada molto di più, confermandosi, pedoni esclusi, le categorie più vulnerabili. Il trend, in graduale e costante diminuzione, fa però ben sperare…
Le categorie più vulnerabili
Due notizie, una cattiva e un po’ meno cattiva. La prima riguarda l’indice di mortalità di ciclisti e motociclisti, ancora molto alto, la seconda il trend, tutto sommato in graduale e costante diminuzione. I dati diffusi dall’Istat per il 2014 parlano di 1.491 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, 704 tra i motociclisti, 578 per i pedoni e 273 dei ciclisti. Quelle appartenenti alle due ruote, rapportando i dati al numero di veicoli circolanti, risultano essere le categorie più a rischio e con un indice di mortalità più che doppio rispetto a quello degli automobilisti: parliamo di un 1,69 per i motociclisti di un 1,41 per i ciclisti e di uno 0,67 per gli automobilisti. Nonostante il codice della strada sembri non volerne prendere atto, chi sceglie di spostarsi sulle due ruote rischia molto di più, chiaramente penalizzato dalla mancanza di protezioni.
Anche nel 2014 dunque, le biciclette mantengono, per numero di vittime, la terza posizione in graduatoria, dietro autovetture e motocicli, quest’ultimi con l’indice di mortalità più alto. Benché al secondo posto in graduatoria per rischio di mortalità e lesività, il trend riferito alla categoria dei motociclisti è tuttavia- ecco la “bella” notizia - in graduale e costante diminuzione a partire dal 2005. A ricordarlo la Fondazione Ania per la sicurezza stradale: “È allarmante che a pagare il prezzo più alto siano gli utenti deboli, colpiti nella maggior parte dei casi proprio all’interno dei centri urbani. Da tempo abbiamo lanciato un grido di allarme per la vulnerabilità degli utenti deboli”.
 
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