Salta al contenuto principale

I Mosquito “impossibili” del signor Zanetti

Pietro Giacomo Zanetti si è dedicato ai Mosquito e li elabora costruendo mezzi incredibili degni dei customizer più affermati. Ecco le sue realizzazioni più belle

Perché un appassionato gioca con le moto d’epoca? Per arrivare a sera che si è divertito. Invece che farlo con motociclette complesse e costose, Pietro Giacomo Zanetti si è dedicato ai Mosquito, i popolari ciclomotori con trasmissione a rullo spinti dai propulsori prodotti dalla Garelli nel dopoguerra. Arriva a sera che si è divertito lo stesso, ma spendendo cifre molto più abbordabili.

Image

Verniciature e dettagli sono curatissimi, degni delle special  dei customizer più quotati

Quei motori misero in movimento l’Italia permettendo a centinaia di migliaia di persone di raggiungere il luogo di lavoro, ma i Mosquito di Zanetti non hanno niente a che vedere con un veicolo da diporto. Perché lui si diverte a trasformarli, a realizzare meravigliosi special che farebbero la felicità di un customizzatore, rutilanti di cromature, splendenti di verniciature particolarissime, impreziositi da componentistica da intenditori. Opere d’arte con un cuore proletario, ribattezzate PiGiZeta  come le sue iniziali. Eccovene qualche esempio.

PiGiZeta  Giallo

Image

Il telaio è di produzione Verlicchi ma la caratteristica principale sono le sospensioni, poco diffuse tra i Mosquito perché normalmente vengono applicati a telai da bicicletta rigidi. Qui invece c’è un forcellone infulcrato in due punti, ammortizzato da due molle in cantilever. All’anteriore una forcella a parallelogramma Ugo Tomaselli. Contribuisce al comfort la sella sostenuta da vistose molle. Tra i particolari di pregio il manubrio Longagnani Olmo, il supporto per trasportare una tanica di benzina di riserva e lo scarico ad espansione, perché la potenza sarà anche poca ma va tirata fuori tutta…

PiGiZeta Verde

Image

I più esperti di questa particolarissima branca del motociclismo riconosceranno il telaio del Velomosquito 511, il ciclomotore completo commercializzato dalla Garelli in un secondo tempo, dopo che i suoi motori erano stati montati sulle ciclistiche più disparate. Qui però il ciclomotore da diporto è stato trasformato in un motorino sportivo anni ‘50: cupolino, sella piatta con codino e addirittura le tabelle portanumero, il parafango anteriore di grande estensione con velleità aerodinamiche. Il manubrio basso è stato realizzato artigianalmente dallo stesso Zanetti e conserva l’acceleratore a pollice previsto dalla Casa. Non ci sono sospensioni né davanti né dietro, in compenso c’è una contorta marmitta ad espansione che si sviluppa tutta in avanti per non interferire con i pedali.

PiGiZeta Bianco

Image

Qui andiamo ancora più indietro con gli anni perché le forme sono quelle di una moto sottocanna, cioè quando ancora il serbatoio non era a cavallo del trave superiore del telaio, ma appeso. Infatti anche il motore non è il più moderno – si fa per dire – 38 B di 49 cm³ ma il primogenito 38 A di 38 cm³. Il telaio non è un telaio qualunque ma un Lassale reperito girando nei mercatini d’epoca. Non c’è sospensione posteriore ma le asperità vengono attutite da una ampia sella molleggiata e dagli pneumatici di dimensioni generose, all’anteriore una forcella EKB senza molleggio. Qui l’espansione è più tradizionale e ci sono colpi di classe come il manubrio in legno Sterling e le gomme bianche in tinta con l’elegante verniciatura del ciclomotore.

PiGiZeta  Rosso

Image

Qui entriamo nella storia perché questo veicolo non è un Mosquito qualunque ma quello con il quale Zanetti ha stabilito il record mondiale di velocità della categoria a Bonneville, sul Lago Salato. Una macchina da corsa curata come una Rolls Royce. Il telaio è uno splendido BSA d’epoca con la sella particolarmente alta per ottenere una posizione il più aerodinamiche possibile, in congiunzione con il manubrio basso realizzato artigianalmente da Zanetti. La forcella Casalini è priva di molleggio mentre al posteriore c’è una sospensione a schema cantilever con unica molla. Il serbatoio è appeso sotto il tubo orizzontale del telaio, il contorto scarico ad espansione è stato prodotto e realizzato dalla VZFR, come quelli degli altri Mosquito PiGiZeta. I pedali sono bloccati perché il regolamento vieta di utilizzarli ma è stata montata una frizione centrifuga per consentire la partenza. Con il suo missile Zanetti ha centrato l’obiettivo stabilendo un nuovo record di velocità ma ha incontrato grosse difficoltà perché il sale raccolto dalla ruota posteriore si accumulava sotto il rullo, bloccandolo. Così la "bomba" ha conquistato il primato di velocità alla folle media di 30 km/h. A Bonneville non avevano mai visto niente del genere. 

Aggiungi un commento
Ottavonano-IETTALO
Lun, 21/07/2025 - 00:50
A Bonneville con la media dei 30 km/h…. Che dire un uomo un mito….. GRAANDEEEE…….!!!