L’altra faccia della Norton Manx: ecco la naked
La Manx ha una impostazione differente dalla sportiva “R” ma non le si allontana troppo. Monta lo stesso motore quattro cilindri a V, ha tanta elettronica e una ciclistica raffinata
La Norton è tornata in grande stile presentando all’EICMA due modelli stradali che portano il glorioso nome Manx: quello più spinto è contraddistinto dalla lettera “R” e ne abbiamo già parlato, mentre questo che la “R” non ce l’ha si rivolge maggiormente all’uso stradale o comunque a una utenza meno sportiva. La differenza che salta subito all’occhio è la mancanza della carenatura, o forse sarebbe meglio dire la carenatura meno estesa perché effettivamente anche la naked proprio “nuda” non è, visto che la parte centrale e il motore sono in buona parte coperti. Però la protezione aerodinamica è molto inferiore e al posto dei semi manubri ce n’è uno alto, più adatto a curve e controcurve delle strade di collina.
Il telaio è in alluminio
C’è un’altra differenza importante ma non si vede, ed è nel telaio: una struttura realizzata per fusione analoga a quella della versione più sportiva, anche in questo caso con un bel forcellone monobraccio, ma sono diverse le misure della ciclistica e l’inclinazione del cannotto, così come sono diverse le tarature delle sospensioni.
Motore 4 cilindri a V
La Manx ha una impostazione differente dalla “R” ma non le si allontana troppo. Monta lo stesso motore quattro cilindri a V di 72° progettato dal marchio anglo-indiano, dotato di raffreddamento a liquido. Vengono dichiarati 206 CV a 11.500 giri/minuto e 130 Nm a 9000 giri/minuto, ma soprattutto vengono promessi un tiro vigoroso ai medi regimi e un’erogazione pulita e lineare. È la scelta di un motore trattabile, che rende piacevole e divertente la guida sulle strade di tutti i giorni, e dunque deve dare il meglio di sé a regimi non troppo elevati: su strada le prestazioni si ottengono al di sotto degli 11.000 giri/minuto e come per la “R” qui la parte migliore è tra 5000 e 10.000 giri/minuto.
Il forcellone in alluminio è monobraccio
Elettronica di livello
Gli ausili elettronici sono di alto livello. L’acceleratore ride-by-wire interviene in modo indipendente sulle bancate anteriore e posteriore dei cilindri garantendo un migliore controllo e una risposta più precisa, e come sulla versione più spinta è possibile scegliere fra cinque modalità di guida, due delle quali personalizzabili. Ci sono controllo di trazione, dell’impennata e dello scivolamento dello pneumatico, l’assistenza alla partenza in salita, il cornering cruise control che mantiene la velocità anche in mezzo alle curve e il quickshiftter bidirezionale per il cambio a sei rapporti; volendo, l’innovativo sistema Optimal Gear Shift Suggestion suggerisce anche quale marcia impiegare.
Impianto frenante Brembo, il meglio
Ci sono 4 versioni
È prevista la produzione di quattro differenti versioni, con prezzi a scalare a seconda della sofisticatezza delle parti impiegate. Così le sospensioni sono sempre Marzocchi ma nella edizione più raffinata, la “FE” First Edition, sono quelle semi-attive a controllo elettronico, mentre negli altri casi verranno montate quelle convenzionali. Idem per la carrozzeria e le ruote in fibra di carbonio, e lo scarico Akrapovic in titanio, riservati alla fascia alta.
Italiane le sospensioni, italiani anche i freni Brembo: Norton è andata sul sicuro scegliendo pinze Hypure monoblocco a quattro pistoncini per i due dischi flottanti di 330 mm Ø all’anteriore, abbinati a uno posteriore di 245 mm Ø. Il tutto sotto la supervisione dell’ABS cornering.
Come sulla “R” il cruscotto è costituito da un touchscreen TFT da 8” che oltre a visualizzare le informazioni di prammatica offre connettività Bluetooth, controllo multimediale e sincronizzazione con dispositivi smart.
Foto e immagini