Salta al contenuto principale

EICMA 2025 – Norton Manx R, il ritorno della regina

È una moto che può andare tranquillamente in pista ma è nata pensando soprattutto alla strada e quindi è a misura d’uomo, non di pilota

Torna il glorioso marchio Norton che dopo parecchie vicissitudini nell’aprile 2020 è stato acquisito da TVS Motor Company, terzo produttore motociclistico in India. Però le motociclette britanniche vanno costruite in Inghilterra e quindi il nuovo stabilimento di produzione è a Solihull, nelle West Midlands. 

È un ritorno in grande stile, con quattro modelli due dei quali portano un nome che gonfia d’orgoglio il cuore degli appassionati: si chiamava Manx la monocilindrica che più di tutte ha fatto la storia del marchio, e si chiamano Manx e Manx R le due sportive svelate a EICMA. 

Image

Sportiva ma senza esagerare

La R è la versione più spinta, carenata, ma non sarebbe corretto definirla esasperata perché è stata progettata a misura d’uomo, non di pilota. Una moto che può andare tranquillamente in pista ma è nata pensando soprattutto alla strada. A partire dal design: come dicono gli inglesi “la Manx R è un modello superbike senza ali, linee, decalcomanie e pieghe”. Controcorrente, disegnata all’insegna di “less is more”, cioè “meno è di più”: disegno pulito ma certamente non banale né allineato alla massa, personale con eleganza. Proiettata in avanti ma non tutta caricata sull’avantreno, e si caratterizza con dettagli originali come la luce posteriore e i piccoli fianchetti con il millerighe. 

Image

Sulla versione FE le sospensioni sono elettroniche

Quattro versioni

È disponibile in quattro versioni che differiscono per l'equipaggiamento e naturalmente anche per il prezzo. Il massimo è la “FE” che sta per “First Edition” e si distingue per la carrozzeria e le ruote in fibra di carbonio, lo scarico Akrapovic in titanio, numerosi particolari ricavati dal pieno e le sospensioni semi-attive sviluppate in collaborazione con Marzocchi: il sistema regola istantaneamente e separatamente il freno idraulico in compressione e in estensione sia davanti che dietro, adattandosi costantemente al tipo di guida, all’inclinazione e al fondo stradale, oltre che ai cambiamenti di assetto per mantenere il bilanciamento. Ne verranno prodotti soltanto 150 esemplari, numerati. Anche la versione “top” ha carrozzeria e ruote in fibra di carbonio, e man mano si scende con le versioni “media” e “base”, passando a materiali più convenzionali e sospensioni sempre Marzocchi ma non a controllo elettronico.

Image

Motore 4 cilindri a V

Anche le caratteristiche del motore sono pensate per l’uso effettivo, stradale: la Manx R è spinta da un inedito quattro cilindri a V di 72° raffreddato a liquido, modernissimo, sviluppato per dare il meglio di sé ai medi regimi. Siccome un’indagine ha dimostrato che in strada le prestazioni si ottengono al di sotto degli 11.000 giri/minuto, qui la parte migliore è tra 5000 e 10.000 giri/minuto: la coppia massima di 130 Nm raggiunge il picco a 9000 giri/minuto e la potenza di 206 CV si ottiene a un regime relativamente basso, 11.500 giri/ minuto. Il sistema dell’acceleratore ride-by-wire agisce in modo indipendente sulle bancate anteriore e posteriore dei cilindri, per ottenere un miglior controllo e una migliore risposta.

Cinque le modalità di guida disponibili: Rain, Road, Sport e due profili personalizzabili che vengono richiamati ogni volta che sia avvia la moto. 

Telaio in un’unica fusione

La trasmissione è costituita da frizione multidisco in bagno d’olio con anti saltellamento e cambio a sei rapporti, con sofisticati sistemi elettronici di Quickshift e il sistema Optimal Gear Shift Suggestion che suggerisce il rapporto da impiegare.

La Manx R ha un telaio in fusione unica progettato per offrire il meglio nelle condizioni stradali reali piuttosto che in pista, con l’obiettivo di un equilibrio ottimale tra rigidità e flessibilità controllata per ottenere maneggevolezza reattiva e comfort. 

Italianissimi i freni: Norton ha voluto il massimo, pinze Brembo Hypure per i due dischi flottanti di 330 mm Ø anteriori, mentre al posteriore ce n’è uno di 245 mm Ø, controllati da ABS cornering a doppio canale. Sui cerchi da 17” sono montate coperture Pirelli Diablo Supercorsa V4SP 120/70 anteriore e 200/55 posteriore.

Image

Tanta elettronica

All’altezza della situazione l’assistenza elettronica alla quale sovrintende la piattaforma Bosch 10.3. Già detto delle cinque modalità di guida, c’è un sistema di cruise control cornering che consente di mantenere una velocità costante in curva, esclusiva di questa moto nel suo settore; e poi controllo di trazione lineare commutabile e cornering, controllo dell’impennata e dello slittamento della ruota posteriore, e assistenza alla partenza in salita.

Infine l’elettronica di bordo: touchscreen TFT da 8” con tutte le indicazioni del cruscotto, connettività Bluetooth, controllo multimediale, sincronizzazione con dispositivi smart per le statistiche di guida, i dati e le notifiche multimediali, e poi Go-Pro, sistema Keyless, luci diurne, promemoria di manutenzione, live tracking, immobilizzazione remota e allarmi antifurto. Sì, si chiama sempre Manx come la gloriosa nonna regina delle corse tra gli anni ‘50 e ‘60, ma c’è una bella differenza… 

Image
Aggiungi un commento