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KTM, Neumeister: crisi per colpa di e-bike, MV Agusta e sovrapproduzione

Salvata da Bajaj, KTM guarda oggi al futuro. Un occhio rimane però fisso sugli errori e che hanno portato alla crisi. Secondo il CEO Neumeister, le scelte sbagliate sono state tre: acquisire MV Agusta, investire (troppo) nelle e-bike e trascurare le vendite al dettaglio…

Le cause della crisi

Affrontati e superati mesi difficili, KTM, salvata dagli indiani di Bajaj oggi pronti a garantire i fondi necessari, guarda al futuro con una certa speranza. Un occhio però rimane fisso sul passato e, soprattuto, sulle scelte sbagliate cha hanno portato al disastro. Tre in particolare: il comparto delle bici elettriche, l’acquisizione di MV Agusta e la sovrapproduzione. Con qualche mese di anticipo, ve lo accennavamo qui ma, oggi,  a confermarlo in una lunga intervista rilasciata ai colleghi di Cycle World, è lo stesso Gottfried Neumeister, CEO di KTM dalla primavera scorsa. 

1 - Il problema e‑bike

“Il primo problema - ammette  Neumeister - è stato il ramo biciclette. Abbiamo perso 400milioni di euro di liquidità con la nostra avventura nelle e‑bike. È una cosa che è successa. Non siamo qui per cercare colpevoli. L’idea originale era di vendere le e-bike insieme alle nostre moto per fidelizzare il cliente fin da subito, in modo che magari si iniziasse con una bici elettrica e poi si passasse alla moto. Ma il mercato delle e-bike è crollato dopo il COVID-19. C’è stata troppa sovrapproduzione e poi la domanda è calata”. 

2 - L’acquisizione di MV Agusta

“La seconda ragione della crisi - prosegue Neumeister -  è stata l’acquisizione di MV Agusta, arrivata in un momento in cui l’azienda e tutti i suoi conti erano già sotto pressione. Alla fine non ha comportato solo il prezzo d’acquisto, ma anche investimenti nel capitale circolante e il coprire le perdite. In totale: 220milioni di euro”.

La quota di maggioranza di MV Agusta, lo ricordiamo, era stata acquista a inizio 2024, con direzione passata nelle mani di Hubert Trunkenpolz, membro del consiglio d’amministrazione del Gruppo austriaco che assunse il ruolo di CEO e presidente in precedenza ricoperto da Timur Sardarov. Un’avventura durata pochissimo dato che, nel pieno della crisi, a dicembre di quest’anno KTM “scaricava” MV poiché considerata non più strategica (evidentemente un eufemismo). Dopo un primo periodo di assestamento, MV è da poche settimane tornata sotto il controllo dei russi, con Luca Martin nel ruolo di nuovo CEO.

3 - La sovrapproduzione

“Il terzo motivo è stato il trascurare le vendite al dettaglio. Già nel 2022 c’era un disallineamento tra ingrosso e dettaglio, forse spinto da obiettivi e incentivi per diventare il maggior produttore europeo di moto. Non voglio commentare troppo - dice Neumeister -  ma abbiamo riempito i canali di vendita con oltre 70.000 moto nel 2022. Quando sono arrivato c’erano 270.000 moto da smaltire: 70.000 nel nostro magazzino e 200.000 dai concessionari e importatori in tutto il mondo”. 
Un “capitale gommato” che ha fatto lievitare il debito netto da 240milioni a 1,6miliardi di euro in soli diciotto mesi.

Record di vendite

Difficile da credere, visto quanto accaduto e quanto ricordato poco più sopra, ma nel mezzo di una simile crisi c’è comunque un dato sorprendente: record di vendite nel 2024. “Nonostante tutta la negatività e le cattive notizie, siamo riusciti a vendere 270.000 moto ai clienti finali - il più alto risultato retail che l’azienda abbia mai raggiunto”, ha detto il nuovo CEO dell’azienda. 
Un traguardo che dimostra come la domanda sul mercato non fosse in realtà mai calata e che diventa tanto più significativo se si pensa che, proprio mentre si cercava di superare il primato del 2022, nel 2023 erano già state immesse sul mercato almeno 50.000 moto con condizioni di pagamento talmente dilazionate da estendere il capitale circolante fino a 360 giorni. Un meccanismo che, pur assicurando volumi, ha ingolfato la liquidità. A onor di cronaca, dobbiamo però ricordare anche la massiccia campagna promozionale attuata negli ultimi mesi dal gruppo austriaco che, con offerte e sconti “esagerati”, ha non di poco contribuito a svuotare i magazzini…

Ammessi i problemi e riconosciuti gli errori, la speranza è che adesso, archiviata la fase di insolvenza, KTM possa con Bajaj guardare avanti ad un futuro più roseo. 

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