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Furiosamente anni Ottanta: la Suzuki Katana di FCR Original

È stata una delle moto più significative del decennio nato nel 1980, la Katana era amore o odio, zero compromessi, un po’ come il suo design. Sembra però che tanto interesse non avuto in passato si sia trasformato oggi in amore, viste le cure che molte officine le riservano
 
Il restauro di una spada
Tra i vari settori delle moto preparate il cosiddetto resto-mod è uno di quelli più tecnicamente interessanti e visibilmente meno invasivi, almeno al primo colpo d’occhio. Resto-mod vuol dire restauro con modifiche, migliorie di solito, che riguardano gli impianti cardine del mezzo: freni, sospensioni e motore.
Manco a dirlo i mezzi che di solito sono coinvolti sono grosse motociclette giapponesi da metà anni Settanta in poi, e i migliori a sciabolarle fuori sono anch’essi nipponici, vedere AC Sanctuary per credere.
Ma l’ondata resto-mod, a dire il vero non virale come brat style, scrambler o cafè racers, sta prendendo anche l’’Europa. Un esempio è questa Suzuki Katana dei transalpini FCR Original.
La Furiosa, questo è il suo nome, è una bronzea creatura basata su una Katana 1100 del 1982 che ha acquisito diverse migliorie e modifiche per arrivare allo stato attuale.
Partiamo dal motore: cilindrata pompata a 1166 centimetri cubi, accensione gestita da una raffinatissima unità Dyna 2000, bobine anch’esse marchiate Dynatek, una pompa dell’olio maggiorata per ottimizzare il raffreddamento e per finire 4 carburatori Mikuni a valvola piatta.
La frizione è stata rimpiazzata da un componente EBC e anche il sistema frenante ha ricevuto un corposo upgrade con elementi Nissin e Beringer.
Stravolta la ciclistica con l’adozione all’avantreno di una forcella Showa Big Piston mentre al posteriore tutti nuovi sono i due ammortizzatori Gazi che lavorano su un forcellone inedito.
Le scarpe della Katana sono un paio di cerchi ex Gixxer 750 che calzano delle Avon 3D Ultra Xtreme dedicate ai giorni in pista.
L’elenco delle modifiche è completato dai dettagli, semimanubri LSL con frecce bar end by MotoGadget, nuova seduta e nuovo anche il cupolino.
Il lavoro, e il costo delle parti, è stato veramente cospicuo: il risultato è decisamente buono anche perché il gusto europeo ha portato qualcosa in più dei classici lavori che provengono dal Sol Levante. Anche se forse il loro bello sta proprio nel non varcare mai il sottile confine che demarca il restauro di una bomba a due ruote.
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