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Esce illeso da un grave incidente: “il Sic è il mio angelo custode”

Marco Simoncelli è ormai diventato uno dei personaggi-simbolo del mondo della moto: la sua simpatia e la sua classe in sella non sono stati dimenticati, il suo “58” lo vediamo attaccato ancora oggi sulle moto degli appassionati in tutto il mondo. Un nostro lettore però è convinto che Marco ricambi l'affetto dei fan, tenendoli d'occhio e aiutandoli "da lassù". Ecco il suo racconto... solo coincidenze?
"Il Sic mi ha protetto"
A tre anni e mezzo dalla tragica fine della sua corsa a Sepang, Marco Simoncelli rimane uno dei piloti più amati dagli appassionati italiani e di tutto il mondo. Tanti i motivi per volergli bene: dalla classe innata dimostrata in pista, all'aggressività sportiva che lo ha reso protagonista di tante battaglie (chiedete a Barbera...) fino alla simpatia tutta romagnola amplificata da una faccia da gran bravo ragazzo. Da quel maledetto 23 ottobre 2011 il 58 rosso bordato di bianco, il suo numero di gara,è portato in segno di ricordo sulle carene di migliaia di appassionati a testimonianza del grande impatto che la sua persona ha avuto sul motociclismo in generale e sulla MotoGP in particolare. C'è addirittura chi pensa che Marco sia ora diventato una specie di "protettore dei motociclisti", comeil nostro lettore Carlo C., scampato per miracolo a un brutto incidente. Vi riportiamo integralmente il suo racconto: ognuno la può pensare come vuole ma, in effetti, alcune sue parole sembrano svelare un po' più di semplici coincidenze.
"Oltre un anno fa, in una bella giornata di fine febbraio, io e un mio amico decidemmo di andare a fare due pieghe con le nostre moto. Percorrendo un rettilineo seguito da una curva a sinistra, mi accorsi subito che la velocità con cui andavo era troppo alta: provai a frenare ma niente, la moto andava dritta. A quel punto in un nanosecondo decisi di buttarmi a terra lasciando la moto. Scivolai sull'asfalto e sulla terra per circa 30/40 metri prima di fermarmi con la ruota posteriore della moto sopra di me. Da quel giorno, direttore, credo nei miracoli e le spiego perché: sono passato esattamente in mezzo ad una quercia enorme sulla sinistra e ad un masso grande come una Smart sulla destra. La moto è rimasta in piedi schiantandosi dritta sul masso, spezzando il cerchio, piegando i dischi dei freni, le forcelle e aprendo in due il canotto di sterzo. Ora le racconto ciò che io reputo incredibile e straordinario: l' incidente è avvenuto al km 58, la data dell'incidente era il 23/02/2013, numeri che sommati (23 più 2 più 20 più 13) fanno anche loro 58. Avevo i guanti, nessun graffio alle mani ma l' orologio era rotto, incredibilmente fermo alle 12,58... Ma non finisce qui: per rimettere a posto la moto con telaio nuovo e tutto il resto ho speso ben 5800 euro.
Il 58 c'è sempre, sono coincidenze?
Concludo dicendo che dopo 30/40 metri di scivolata come si può vedere dalle foto, sulla tuta il casco e soprattutto sul mio corpo non s'è palesato nessun graffio e le assicuro che quando il concessionario e il carrozziere hanno visto il telaio spaccato in quel modo non credevamo ai propri occhi. Mi piacerebbe che pubblicasse questo racconto con le foto (in gallery ndr) e tutto il resto: per tutti quelli che credono negli angeli.
PS: grazie Sic, non ho mai avuto paura perché eri lì proteggermi..."


In questi casi c'è chi cerca una spiegazione razionale e chi invece pensa che a volte accadano cose che non si possono spiegare. Noi ci limitiamo a riportarvi ciò che il nostro amico Carlo ci ha raccontato.
Siamo però pronti a dare ancora spazio a chiunque altro fosse stato "aiutato" da Marco Simoncelli o da un altro pilota: perché sappiamo che i veri motociclisti si aiutano sempre sulla strada!
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