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Emergenza smog, il governo propone limiti velocità ridotti in città e incentivi

Il Ministro dell’Ambiente GianLuca Galletti, nel vertice di ieri sull'emergenza smog, ha proposto incentivi all’uso di mezzi pubblici, car e bike sharing inclusi, una riduzione dei limiti di velocità in città e autostrade e l'abbassamento delle temperature dei riscaldamenti di uffici e centri commerciali
Misure strutturali
Le recenti misure adottate a Roma e Milano per fronteggiare gli alti livelli di pm10 rilevati nell’aria, con targhe alterne nella Capitale e blocco totale del traffico nel capoluogo lombardo, sono serviti a poco. Per questo il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, ha convocato ieri un vertice in cui sono state illustrate una serie di proposte per limitare il problema, tra queste un fondo aggiuntivo di 5 milioni di euro destinati all'ammodernamento dei mezzi pubblici, oltre alla proposta di ridurre i limiti di velocità in città da 50 a 30 chilometri orari e in autostrada da 130 a 110 km/h, di abbassare i riscaldamenti di uffici pubblici e centri commerciali e, non da ultimo, di scoraggiare con strumenti più efficaci l’uso di automobili.
La proposta sulla quale si punta maggiormente, riguarda il disincentivo dell’utilizzo di veicoli privati: su tavolo ci sono biglietti dei mezzi gratis e mobilità elettrica, bike e car sharing inclusi. Per le grandi città invece, e tra queste Milano e Torino, si sottolinea come la tra le fonti di inquinamento ci sono anche le "biomasse", stop quindi all’uso di caldaie a pellet e caminetti.
Secondo il presidente della Lombardia Roberto Maroni, c'è però necessità di recuperare almeno 2 miliardi di euro e di compiere in tale direzione “un passo decisivo”, i blocchi del traffico, totali o con targhe alterne, risulterebbero del tutto insufficienti: il governatore lombardo chiede misure strutturali quali, per esempio, l’eliminazione completa dalla circolazione delle auto più inquinanti. Da qui la necessità di recuperare il denaro necessario agli incentivi per l’acquisto di veicoli meno inquinanti.
D’accordo solo in parte l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi che, convinto della funzione “pedagogica” svolta dal blocco del traffico, invita a controllare i piani ambientali regionali che: “O non ci sono, o non funzionano. Occorrono - suggerisce - interventi sul trasporto delle merci. Troppi camioncini vuoti in giro, servono centri intermodali dove le merci arrivino e vengano smistate assieme. Bus e metro vanno rafforzati e dunque finanziati. Si devono chiudere centri storici e aree di quartiere. E vietare l’ingresso dei pullman in città. Oltre, naturalmente, a controllare le emissioni delle industrie. Non solo singolarmente, ma per area”. 
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