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Cresce la mobilità su due ruote in Italia

Presentata la seconda edizione dell’Osservatorio Nazionale Focus 2R, promosso da Confindustria ANCMA e Legambiente, con la collaborazione di Ambiente Italia: le politiche di mobilità dedicate a biciclette e motocicli nelle città italiane necessitano di un quadro regolatorio più chiaro, uniforme e favorevole alla diffusione delle due ruote, ma nel complesso la situazione attuale è positiva
Crescono le due ruote
In Italia, la mobilità su due ruote sta crescendo e cambiando: presentato presso la sede milanese dell’Anci, il secondo report dell’Osservatorio Focus2R – Osservatorio Nazionale Infrastrutture, Sicurezza e Mobilità per le 2 Ruote ha fotografato le politiche dedicate alle due ruote dai Comuni italiani.
Il questionario, elaborato da Ambiente Italia per conto di Confindustria ANCMA e Legambiente, è stato compilato e restituito dal 78% delle amministrazioni locali interpellate, contribuendo così ad alimentare il più ricco e articolato database mai prodotto in Italia sulle politiche di mobilità dedicate a biciclette e motocicli. Ne è merso un quadro positivo, all’interno del quale non mancano però problemi irrisolti, segni negativi ed elementi discordanti.
“La mobilità a due ruote in Italia e la possibilità di spostarsi su biciclette, scooter e motocicli – ha detto il Presidente di Confindustria ANCMA Andrea Dell’Orto, presente insieme al Direttore Generale Pier Francesco Caliari -  rappresenta un’opportunità irrinunciabile per le amministrazioni locali italiane, in un’ottica di riduzione delle emissioni e snellimento del traffico. La richiesta di ANCMA è che il quadro regolatorio diventi sempre più chiaro, uniforme e favorevole alla diffusione delle due ruote e alla loro sicurezza nel traffico urbano”.
Da una parte crescono i comuni che offrono un servizio di bike sharing e di e-bike, così come quelli che si sono dotati di una rete di ricarica per motocicli e scooter: i primi sono saliti a quota  63 per una disponibilità complessiva di quasi 11.000 biciclette per più di 140.000 abbonati, mentre il 41% delle città interpellate ha in media 30 colonnine di ricarica pubblica per gli scooter con punte che superano le 100 unità nei comuni più grandi. Il 74% consente l’accesso all’interno delle Zone a Traffico Limitato di ciclomotori e motocicli e una città su 10 l’accesso ai soli veicoli con motorizzazione elettrica. Una mobilità più green, i cui benefici sono anche economici e d’impiego: “le aziende del settore moto e bici - ha continuato Dell’Orto - generano un fatturato di 5 miliardi di euro e danno lavoro a 60.000 addetti; l’Italia è leader europeo nella produzione di veicoli a due ruote, sia motorizzati che a pedale, e può vantare una bilancia commerciale in attivo da 25 anni per un valore cumulato superiore ai 17 miliardi di euro”.
Tra i segnali discordanti, emergono invece problemi irrisolti e, in alcuni casi, aggravatisi: più della metà delle città (il 56%) non offre spazi riservati al parcheggio di moto e scooter superiore al 5%, mentre il 50% dei comuni ha dichiarato di non avere nessuno stallo dedicato alle biciclette.
Ci sono due dati, di segno opposto, che emergono da una ricerca annuale condotta da Legambiente sul Prodotto Interno Bici (PIB) - ha spiegato Alberto Fiorillo, responsabile trasporti di Legambiente - che possono costituire la base per una strategia futura della mobilità in ambito urbano. Quello negativo evidenzia che nell'insieme delle oltre 100 città capoluogo crescono le piste ciclabili, ma non cresce la ciclabilità. In sette anni, infatti, tra il 2008 e il 2015, le infrastrutture urbane riservate a chi pedala sono aumentate addirittura del 50%, mentre nello stesso periodo la percentuale di italiani che utilizzano la bici per gli spostamenti è rimasta immutata: era il 3,6% nel 2008 ed era ancora il 3,6% nel 2015”.
Altri dati discordanti sono quelli riferiti alle misure di sicurezza adottate verso ciclisti e motociclisti: il 71% dei comuni dichiara di avere approvato almeno una misura per la sicurezza dei ciclisti (ma il valore è in calo rispetto al 75% del 2016) e solo il 26% ha presentato iniziative per la sicurezza dei motociclisti. Un’eccezione positiva è rappresentata dall’installazione di guardrail specifici per la protezione dei motociclisti: il 19% li ha installati e un altro 22% - in aumento rispetto al 18% del 2016 – dichiara di volerli ampliare o utilizzare in futuro per la prima volta.
“La corretta analisi di questa contraddizione - ha concluso Fiorillo -  può fornire gli strumenti giusti per costruire una strategia per il futuro che evidenzi quali sono le infrastrutture e quali le scelte davvero in grado di far sbocciare un nuovo stile di mobilità e un generalizzato bici boom”.

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