BMW R 12 nineT VTR Custom: col NOS ha 160 CV!
Un tocco anni ’80, un’anima da sprinter e una buona dose di protossido d’azoto: ecco a voi la BMW R 12 nineT costruita dagli svizzeri di VTR Customs
Una special da sparo
Firmata VTR Customs, cioè dal reparto creativo del concessionario BMW Stucki2Rad, la special qui in foto nasce per correre nel Rocket Race Club, campionato europeo che raccoglie le eredità del celebre Sultans of Sprint. Una competizione più goliardica che professionale, dove contano velocità, originalità e - questo è evidente - un pizzico di follia. La base di partenza è una BMW R 12 nineT del 2024, prelevata direttamente dalla flotta demo di un concessionario. Da lì, il team ha spogliato la moto e ricominciato da zero: niente CAD, niente stampi, solo schizzi a mano e tanta lamiera battuta. Diamole un’occhiata più da vicino…

Design d’altri tempi, anima da gara
Partiamo dal look. Il serbatoio, più snello rispetto a quello di serie, è lo stesso montato sulla R 12 “base”, ma adattato per accogliere un tappo in stile endurance. Tutto il resto - carenatura, codone e sottotelaio - è stato realizzato a mano in alluminio, con linee tese e una silhouette che sembra disegnata per tagliare l’aria. Altro “tocco aeronautico”, marchio di fabbrica VTR, è dato dai fissaggi del plexiglass, simili ai rivetti dei vecchi aerei. Davanti, spiccano i due fari asimmetrici: uno grande e uno piccolo, omaggio alla tradizione BMW e alle moto endurance degli anni d’oro, mentre le staffe che li sorreggono ricordano più le alette aerodinamiche delle moderne superbike. La verniciatura è un mix di toni scuri e dettagli neri opachi, in perfetto contrasto con le parti in alluminio spazzolato. Ma la vera sorpresa si nasconde nei tubi blu elettrico che corrono lungo il telaio: il sistema NOS (Nitrous Oxide System) firmato Wizards of NOS.

Poca teoria, tanta sostanza
Ora veniamo alla “sostanza”. Il retrotreno è stato rialzato grazie a un ammortizzatore Wilbers, mentre i cerchi originali hanno lasciato posto a unità in fibra di carbonio Rotobox, leggere e raffinate. In basso, uno scarico in titanio by Unit Garage libera la voce del boxer, ormai privo di catalizzatore. La chicca sta però nel sistema NOS. Con l’aggiunta dell’protossido d’azoto, la potenza del boxer 1.170 cm³ sale dai 109 cavalli originali a 160, con possibilità di avere anche altri 25 CV in più. In realtà, il sistema è tarato per erogarne “solo” una cinquantina in più, il che basta e avanza per far decollare la moto sull’ottavo di miglio. Curioso l’escamotage con cui hanno risolto un imprevisto dell’ultimo minuto: il kit NOS era arrivato senza sensore di posizione del gas, indispensabile per attivare la spinta. Soluzione? Un microinterruttore e una levetta stampata in 3D montata sull’acceleratore…

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