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Bayliss contro Ducati? No, anzi

Bayliss al via come wild card a Phillip Island? I tifosi erano già in subbuglio, ma sul circuito di Victoria Troy non si è visto. Qualcuno ha pensato che Ducati gli abbia negato il permesso di correre e l'asso australiano si sia arrabbiato. Sembra però che la realtà sia diversa: Bayliss si sarebbe "sacrificato" volontariamente per non mettere in difficoltà le moto bolognesi in corsa per il Mondiale Superbike.

Bayliss a Phillip Island, anzi no

Nei giorni precedenti l'inizio del mondiale Superbike si è parlato parecchio di Troy Bayliss e della possibilità di vederlo a Phillip Island come wild card. Ma al via della gara Bayliss non c’era, anzi non lo si è proprio visto al circuito, neppure nei giorni delle prove. Qualcuno ha pensato che sia stata Ducati a negargli il permesso di correre, facendo montare le polemiche al punto che oggi Troy è dovuto intervenire, chiarendo che la decisione di non correre è stata solo sua.

Tutta colpa del TBE…

In effetti la dichiarazione di Troy Bayliss a pochi giorni dalla gara australiana si poteva interpretare in diversi modi: “Avevo chiesto di fare la wild card a Phillip Island e a Imola. Avrei voluto rientrare in pista per me e per i miei tifosi. Ma non è successo…” . In molti hanno letto nella battuta finale il “no” di Ducati alla sua partecipazione nella gara di casa e a Imola. A buttare benzina sul fuoco anche l'assenza di Troy sulla pit lane del Victoria, un appuntamento che non aveva mai mancato anche dopo il ritiro. A questo proposito però c’è da considerare la delusione del pilota australiano in seguito al mancato accordo con i vertici del circuito per le giornate TBE (Troy Bayliss Experience), a cui Bayliss teneva molto. E così avrebbe deciso di non “regalare pubblicità” alla pista.

…e del regolamento?

Per quanto riguarda la gara, Troy questa mattina si è sentito in dovere di puntualizzare la situazione: “Ciao ragazzi, vorrei chiarire alcune cose. Ducati non mi ha fermato dal fare la wild card a Phillip Island e a Imola, è una cosa possibile. Ma ci sono scelte politiche dietro, è per questo che ho deciso di mollare”. Troy Bayliss non specifica quali siano queste “scelte politiche”, lasciando ancora spazio a discussioni e polemiche dei tifosi. In realtà la spiegazione potrebbe essere molto più semplice di quanto sembri: se Bayliss avesse corso e magari vinto a Phillip Island e a Imola (Troy non è nuovo a exploit di questo genere, guarda il video sotto), il suo successo personale sarebbe diventato un problema per la Ducati e per Carlos Checa, che sarebbero stati penalizzati da una maggiore zavorra sulla moto. La battaglia per il campionato è già cominciata!
 
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