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Multe Autovelox: a Milano è record di contravvenzioni, ma gli incidenti calano

Saranno anche (in alcuni casi) “trappole” nascoste ma le telecamere degli autovelox, dati alla mano, servono a combattere incidenti e morti sulla strada. La Capitale italiana delle multe è Milano che, parallelamente, ha progressivamente visto scendere il numero degli incidenti, riuscendo a rispettare anche l’obbligo di destinare la metà dei proventi alla sicurezza stradale
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Politica e trasporti
Più multe - meno incidenti
Senza ombra di dubbio, i 7 nuovi strumenti per il controllo della velocità istallati a Milano nel marzo del 2014 concorrono non poco alle cifre record che il capoluogo “vanta” in materia di contravvenzioni. Nel corso del 2014, infatti, la Polizia meneghina ha staccato 3 milioni e 400 mila multe, regalano alla città il record italiano. In realtà, va detto, tutti questi verbali non provengono dalla penna del poliziotto, bensì dai circuiti elettronici dei nuovi strumenti di rilevazione: di quei 3,4 milioni di multe infatti, 2,4 milioni sono riconducibili alle telecamere di monitoraggio e, nel dettaglio, un milione agli autovelox. Le polemiche che ne derivano sono di vario genere: da una parte infatti la questione circa quei famosi 90 giorni previsti per la notifica del verbale, argomento sul quale è intervenuto anche Altroconsumo depositando la Class Action contro il Comune, dall’altra la percezione degli autovelox da parte dei cittadini come vere e proprie trappole istallate col solo fine di rimpinguare le casse comunali. Elencando una serie di numeri diversi, a questa seconda polemica hanno direttamente risposto il comandante Tullio Mastrangelo e l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, intervenuti lunedì in occasione del 155esimo anniversario della fondazione della Polizia locale di Milano: “Gli incidenti con feriti sono calati del 25 per cento”, ha spiegato Mastrangelo, “Nel 2008 gli incidenti mortali sono stati 73, nell’ultimo anno 33”. I numeri parlano chiaro: la “paura” di incappare in qualche telecamera ha spinto gli automobilisti e i motociclisti milanesi a mantenere un atteggiamento più attento e rispettoso di regole e limiti imposti dal Codice.
Tanto per un fare un esempio concreto: durante l’aprile del 2014, primo mese di accensione dell’autovelox sul cavalcavia del Ghisallo, viadotto dal grandissimo flusso di traffico in entrata e in uscita dalle tangenziali e dalle autostrade per Torino e per Varese/Malpensa,  le multe registrate per eccesso di velocità sono state 62.329, scese, a un anno di distanza, a 26.450: più che dimezzate. Ciò significa, in poche parole, che gli automobilisti, volenti o nolenti, hanno imparato, almeno in quel tratto di strada, a diminuire la velocità rispettando i limiti. “L’obiettivo degli autovelox - ha sottolineato l’assessore Granelli - non è dare tante contravvenzioni, ma far sì che tutti gli automobilisti rispettino i limiti di velocità”. Il risultato è tangibile: nei primi 7 mesi del 2013 su quel cavalcavia ci furono 31 incidenti con feriti, scesi a 22 nello stesso periodo del 2014, crollati a 4 nel 2015. E con le entrate derivanti da tali contravvenzioni? Altro punto, va detto, a favore dell’amministrazione: a differenza di quanto avvenuto in passato infatti, Giuliano Pisapia ha rispettato l’obbligo di destinare la metà di quell’incasso alla sicurezza stradale: dei 137,3 milioni incassati dal Comune nel 2014, 17 sono andati alla segnaletica e semafori, altri 17 alla Polizia locale e 34 alla ristrutturazione delle strade e all’illuminazione pubblica.

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acterun
Mer, 10/07/2015 - 12:05
Applausi ai vigili di Milano che riescono a far soldi senza scendere in strada e alle associazioni dei consumatori che prima chiedono gli autovelox e poi fanno le class action per guadagnare con le iscrizioni.