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Assicurazioni, Verti e piano esuberi: i lavoratori incrociano le braccia

Sciopero dei lavoratori Verti contro il piano esuberi annunciato dall’azienda di assicurazioni: secondo i sindacati, le possibili soluzioni messe sul tavolo dalla dirigenza sarebbero “assolutamente insufficienti e inadeguate” nonché “in contrasto con la logica di mettere un argine all’emorragia di attività verso gestori esterni a più basso costo"

Assicurazioni, Verti e piano esuberi: i lavoratori incrociano le braccia
Sciopero Verti
A distanza di circa due mesi dall’annuncio della compagnia, i dipendenti Verti incrociano le braccia davanti alla sede di via Volta. Lo scorso novembre, lo ricordiamo, l’azienda di assicurazioni aveva annunciato 325 esuberi su 620 impiegati: le trattative hanno portato a un nulla di fatto se non al presidio organizzato oggi davanti alla sede di Cologno Monzese. "Il piano esuberi, che nelle dichiarazioni iniziali prevedeva la riduzione di più del 50 per cento della forza lavoro su tutti i reparti e la completa esternalizzazione delle attività del contact center, sarebbe sostanzialmente confermato - spiegano Fisac Cgil, First Cisl, Fna e Uilca -. La dirigenza di Verti ha finora proposto al tavolo le sue possibili soluzioni, che sono state giudicate sia dalle Rsa sia dall’assemblea dei lavoratori assolutamente insufficienti inadeguate e in contrasto con la logica di mettere un argine all’emorragia di attività verso gestori esterni a più basso costo". I sindacati si sono espressi contrari alle ricollocazioni, "il cui unico fine - scrivono -  sarebbe quello di tentare un trasferimento volontario di 104 lavoratori presso gestori esterni, come Covisian e Imaging, per svolgere le medesime attività ma a condizioni economiche e normative peggiori”.
Oltre alla questione esuberi ed esternalizzazioni, denunciano  ancora le organizzazioni dei lavoratori, c’è anche la mancanza di una qualsivoglia garanzia per i dipendenti che resterebbero in capo al gruppo spagnolo Mapfre, che controlla Verti: “ciò che [l’azienda] persegue - si legge nel comunicato -  è un vero e proprio modello produttivo, come il nostro stesso AD dichiara, dentro al quale digitalizzazione e automazione dei processi lavorativi fanno il paio con maggiore sfruttamento e salari al di sotto dei livelli di sopravvivenza”.

 



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