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SBK, i Top&Flop di Phillip Island: Bautista genio della lampada, Rea rivitalizzato, Toprak polemico

Lo spagnolo frega tutti in Superpole Race con la giusta scelta di gomme, trova una seconda vittoria in gara-2 con una prestazione all'altezza di Jonathan Rea, imprendibile invece nella corsa del sabato. Razgatlioglu sembra non digerire più le sconfitte ed è un peccato, visto che rimane un pilota superbo 

Il mondiale superbike si è concluso con due vittorie di Alvaro Bautista e un successo di Jonathan Rea. La Ducati ha vinto anche il titolo costruttori, andiamo a rivedere i Top&Flop del round australiano di Phillip Island insieme al nostro Guido Sassi.

 

Alvaro Bautista

16 vittorie su 36 gare corse in stagione sono un bottino niente male, score arrotondato dallo spagnolo con una prestazione maiuscola in Australia dove ha corso senza il peso dei conti da fare sul campionato. Alvaro compie una vera e propria magia nella Superpole Race, quando monta le slick, unico in griglia. Non è un azzardo speso alla cieca, ma un calcolo fatto con coraggio e che paga. In gara-2 invece corre ad armi pari con gli avversari ed è bravissimo a tenere a bada Rea, nonostante un asfalto sempre tra l'asciutto e l'umido, che richiede un surplus di attenzione. Spensierato, 10.

 

Jonathan Rea

Vince gara-1 e pone fine a un digiuno che andava avanti da maggio, chiude il campionato a 99 punti da Bautista e sicuramente in parte c'è lo svantaggio tecnico a comporre questo divario. Fa i complimenti ad Alvaro per la scelta di gomme nella Superpole Race, dà del filo da torcere in gara-2. L'anno prossimo compirà 36 anni, ma in sbk avrà ancora il tempo per vincere. Sempre se Kawasaki riuscirà a dargli una mano. Rasserenato, 9.

 

Toprak Razgatlioglu

Alvaro Bautista sta diventando un'ossessione per il pilota turco, che dopo la Superpole Race commenta così la scelta di pneumatici dello spagnolo. “Se lo poteva permettere [di rischiare le slick, ndr], non aveva più da pensare al campionato”. Verrebbe da dire, con una punta di sadismo: “E lui invece, che il campionato lo aveva già perso, cosa non poteva permettersi?”. È un peccato sentire frasi come questa, da un pilota che ha un talento smisurato e che potrebbe riconoscerselo con più serenità, senza cercare di smontare i meriti altrui. Ossessionato, 6.

 

Alex Lowes

Corre il miglior weekend della propria stagione e per la prima volta centra un doppio podio, su una pista da piloti veri, anche se in condizioni di asfalto che favoriscono le sue qualità. Svincolato da compiti da scudiero, rende al meglio e rincuora chi lo ha confermato in KRT e salva il sesto posto in campionato dalla rincorsa di Bassani. Non bisogna dimenticarsi che anche lui corre con una Kawasaki, una moto che nella versione clienti non arriva più nemmeno in top10. È vero che Rea riesce ancora ad andare a podio costantemente con la ZX-10 RR, ma i paragoni si possono fare - in una certa misura- anche con chi arriva dietro. Liberato, 7.

 

Scott Redding

Con due sesti posti chiude una stagione in chiaroscuro all'ottavo posto in campionato. Prima dell'inizio del mondiale ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più da Scott, che è andato a podio solo tre volte. È pur vero che i suoi compagni di marca hanno fatto ben peggio, per cui la palla ora passa a BMW. Per il 2023 la casa dell'elica dovrà dargli un mezzo più competitivo, anche perché un po' di piloti sono cambiati in questi anni, i risultati no. Incolpevole, 6.

 

Michael Ruben Rinaldi

Pasticcia con la scelta delle gomme e si gioca la possibilità di trovare un jolly, quando avrebbe potuto guardare nell'altra metà del box e trovare le risposte giuste anche per sé stesso. Non si avvicina comunque ai migliori nemmeno con condizioni di asfalto stabili, raccoglie appena 14 punti in uno dei peggiori round della sua stagione. La differenza di prestazioni con Bautista è evidente, ma Alvaro è in uno stato di grazia e per Michael è più difficile. Ma a questo giro anche Oetll gli è arrivato negli scarichi. In ritardo, 5.

 

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