SBK, i Top&Flop di Mandalika: Bautista super campeon, avversari invidiosi
Lo spagnolo mette in vetrina un fine settimana che è la sintesi della stagione, con un approccio ragionato e rivolto al conseguimento del risultato. Razgatlioglu vince le gare ma non basta, Rea pensa già al futuro. Bravo Bassani, che porta a casa la corona per i piloti indipendenti
Alvaro Bautista è campione del mondo superbike e la Ducati conquista il titolo 11 anni dopo l'ultimo successo tra le derivate di serie con Carlos Checa. Andiamo a rivedere i Top&Flop del round di Mandalika insieme al nostro Guido Sassi.
Alvaro Bautista
Corre un weekend che è la sintesi della sua stagione: tiene ben salda la testa sulle spalle, evita di strafare, non si lascia coinvolgere in duelli in pista che potrebbero costargli caro e in polemiche che di sportivo hanno ben poco. La vicenda dei festeggiamenti con il prosecco è ai limiti della provocazione, perché di Alvaro al massimo si può dire che si sia lasciato prendere la mano dall'entusiasmo. Il povero Bautista però viene persino “punito” dai suoi avversari: ci sono le strette di mano e le dichiarazioni politicamente corrette alla stampa, ma negare al vincitore del campionato la canonica doccia con lo spumante sembra eccessivo, pur con la giustificazione del paese islamico. Sembra quasi una piccola vendetta, per la “colpa” di Alvaro, che guida una moto “troppo” veloce. Campionissimo, 10.
Toprak Razgatlioglu
Degli aspetti extra pista in parte si è scritto sopra, in parte va aggiunto che Razgatlioglu ha rimarcato di non capire “la scelta Ducati di lanciare una moto nuova l'anno prossimo, quando quella di quest'anno funziona già bene”. È un'altra polemica di cui si sentiva poco bisogno. Guardare in casa d'altri puntando sempre il dito contro decisioni più che legittime alla fine stanca un po'. Toprak ha scelto di legarsi a Yamaha e ora non può pretendere che il mondo si adegui alle sue esigenze.
Per quanto riguarda invece la parte agonistica, porta a casa tre vittorie cristalline, sfoderando il consueto bagaglio tecnico incredibile e una capacità di analisi di quello che succede in pista sempre più vicino alla perfezione.La media del voto include una condotta da 10 tra i cordoli e appena sufficiente fuori. Inverso, 8.
Jonathan Rea
Fa quello che può con una moto che mostra diversi limiti, ben sapendo che superarli non potrebbe portare a niente di buono. Non vince dal 22 maggio e non ne ha colpa, fa bene a dire che quello che serve alla superbike non sono le super concessioni. Kawasaki non necessita di sviluppare un nuovo telaio, caso mai invece recuperare i giri motore persi. Anche perché Dorna dovrebbe forse ricordarsi che stiamo parlando di un campionato per le “derivate di serie” e non di una serie B della MotoGP. Anche come impostazione regolamentare. Johnny ha chiuso l'intervista dicendo che punta molto su quanto potrà fare nella pausa invernale, speriamo davvero che KRT lo aiuti ad avere una moto migliore per il 2023. Disilluso, 8.
Andrea Locatelli
Un bel weekend per il pilota bergamasco, che in Superpole Race guadagna il secondo podio dell'anno e completa un round finalmente sui livelli dello scorso anno, quando era spesso appiccicato ai primi. Con un buon weekend a Phillip Island potrà concretizzare il proprio quinto posto in campionato e non sarebbe male riuscire a farlo con gare simili a quelle viste in questo round. Pimpante, 7.
Axel Bassani
Non gli riescono magie da podio, ma come uno squalo gira sempre intorno alle posizioni che contano, e soprattutto conquista il titolo per i piloti indipendenti. È un riconoscimento meritatissimo, per lui e per una squadra che non ha la struttura di altri team – pur privati, ma che dispongono di altri mezzi finanziari-. Bassani sta mettendo su un bel curriculum, speriamo che in futuro gli serva per vedere riconosciuti i propri meriti. Strutturato, 7.
Scott Redding
Fuori dalla pista si lancia in crociate a favore del peso complessivo moto-pilota, con le ragioni che vengono dalla sua corporatura e in un momento nel quale il suo sostituto in Ducati riesce a conquistare risultati a cui lui è andato poco vicino. A Mandalika disputa gare costanti, non proprio brillantissime, ma è anche vero che non chiudeva tutte le manche al traguardo da due mesi a questa parte. Allegro ma non troppo, 6.