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SBK 2022, parlano i capotecnici di Bautista e Rea

SBK news – A fianco di un grande pilota c'è sempre un grande capotecnico, una figura decisiva per conquistare i risultati. Giulio Nava, capotecnico Ducati, e Pere Riba, braccio destro di Jonathan Rea, hanno raccontato il loro mestiere
Accanto ad ogni pilota c’è sempre il capotecnico, che regge le fila del lavoro nel box da un punto di vista tecnico e "umano", per questo è importante che si instauri un buon rapporto tra i due. Pilota e capotecnico devono capirsi al volo e amalgamarsi per poter ottenere i risultati migliori, ma ogni capotecnico ha uno stile tutto suo di lavorare. Ecco come hanno raccontato il loro mestiere Giulio Nava, capotecnico Ducati, e Pere Riba, braccio destro di Jonathan Rea.

"C’è un momento in cui devi spingere e c’è un momento in cui devi allentare"
Il capotecnico di Alvaro Bautista all’interno del team Ducati si chiama Giulio Nava che ha lavorato con lo spagnolo anche nel suo passaggio in Honda. Nava ha una lunga carriera alle spalle, in cui ha ricoperto diversi ruoli, e adesso da tre stagioni segue Bautista: “Quando mi occupavo di elettronica o di analisi dati avevo un punto di vista ingegneristico. Uno più uno fa sempre due. Ma poi quando passi a ricoprire questo ruolo devi imparare che uno più uno non fa automaticamente due. Forse uno e mezzo? Si deve gestire la moto da un punto di vista puramente tecnico ma devi gestire la situazione dato che ci sono momenti in cui devi riuscire ad aiutare il pilota da un punto di vista più umano. C’è un momento in cui devi spingere e c’è un momento in cui devi rallentare. Si tratta di cose che devi scoprire, che devi imparare”.

Il fulcro della questione
In Kawasaki al fianco di Jonathan Rea c’è ormai da anni Pere Riba che ha spiegato: “Una delle cose più importanti da capire, quando ci si trova al vertice della piramide, è che se si vuole sviluppare la moto devi puntare sul pilota. Poi un’altra cosa molto importante è che la moto viene realizzata per avere un feeling anche se tanti ingegneri e la gente in generale se ne dimentica. Bisogna essere collegati al 100% con il feeling del pilota dato che ogni pilota richiede qualcosa di diverso; sono tanti gli aspetti che danno vita a questo tipo di feeling. Ovviamente poi ciò va tradotto a livello tecnico”. I punti chiave fondamentalmente sono due: “Il primo capire le sensazioni del pilota, ciò che devi fare sulla moto per dargli questo tipo di feeling. Il secondo consiste nel mantenere la mente del pilota in ottima forma. È necessario capire che ogni pilota è diverso. Alcuni piloti prediligono un feeling ‘caldo’, altri sono più 'freddi' e non se ne curano. Però è fondamentale capire ciò di cui hanno bisogno”.
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