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SBK 2020 - Intervista Scott Redding: “In Ducati per riportare il titolo SBK in Italia”

Con un passato in MotoGP e un titolo vinto nella Superbike britannica, Scott Redding si presenta sulla griglia di partenza nel mondiale Superbike con l'obiettivo dichiarato di vincere il titolo mondiale. L’inglese ci ha parlato di questa nuova sfida che ha deciso di affrontare
Il titolo come obiettivo
Scott Redding ha preso il posto di Bautista nel team Ducati Superbike, ha 27 anni e tanta esperienza. Nel Motomondiale è stato vice-campione Moto2 prima di disputare cinque stagioni nella top class. Il 2019 è stato l’anno della sua rinascita, ha partecipato e vinto il British Superbike. Un successo che gli ha aperto le porte del team ufficiale Ducati SBK con l’obiettivo di riportare il titolo in Italia.

Come sono andati i test?
Molto bene, io mi trovo in un’ottima posizione. I due test svolti finora sono stati positivi, sono sempre stato nella top 3. Mi sono sentito bene e ho avuto un buon feeling con la moto e la squadra.

Sei pronto a vincere a Phillip Island?
Sì, questo è il nostro obiettivo. Ho esperienza su quel tracciato, là ho perso il campionato in Moto2 e mi piacerebbe iniziare questa nuova esperienza in Australia con una vittoria. È uno dei miei tracciati preferiti e non vedo perché non possa lottare per la vittoria. I test sono una cosa e le gare una cosa completamente diversa. Correrò per provare a vincere.

Cosa significa per te quest’esperienza in SBK, dopo quella in MotoGP e nel BSB?
Ha cambiato molto la mia vita a livello psicologico. Ho passato molti anni in MotoGP, ho quasi vinto il titolo in Moto2, ho avuto la grande opportunità di andare in BSB e ho vinto il campionato. Ora sono in un’ottima posizione, con un grande team, un’ottima moto, questo pacchetto ti permette di lottare per il titolo. Ho tutto il necessario, penso di potercela fare, la gente crede in me e questo mi dà fiducia. Darò il massimo sempre, sarà una stagione lunga. Quando avevo 15 anni il mio sogno era vincere un titolo, non è avvenuto in MotoGP, ma può succedere qui e sarebbe una grande cosa sia per me sia per Ducati.

Quali sono le difficoltà che ti aspetti?
Sarà interessante fare una simulazione di gara nei test a Phillip Island, perché non ne ho ancora fatte e vorrei capire come funziona la moto sulla lunga distanza. Inoltre in questa stagione ci saranno tre i circuiti che non conosco: Imola, Magny Cours e Oschersleben, proverò a impararli velocemente, mi piacciono le sfide.

Come commenti la sconfitta dello scorso anno di Bautista?
Credo sia stata tutta una questione psicologica, voleva dominare sempre. Io credo che non avesse bisogno di tutte quelle vittorie iniziali. Rea ha dimostrato di essere paziente, intelligente e ha aspettato. Quando Bautista ha iniziato a cadere, non è riuscito a capire perché succedeva, ma voleva tornare a vincere e quando Rea è tornato alla vittoria lui ha sentito la pressione. Poi il campionato si è capovolto a favore di Rea e lì sono iniziati i guai.

Cosa miglioreresti sulla tua Panigale?
Non molto. In alcune condizioni su alcune piste le altre case possono essere più veloci, ma sarà importante per noi essere costanti. Dal mio punto di vista vorrei avere giusto un po’ più di aderenza al posteriore.
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