SBK 2017, Jerez impegnativo per l’impianto frenante
SBK news – Venerdì 20 ottobre i piloti di Superbike scenderanno in pista per affrontare le prime prove libere del fine settimana spagnolo e i tecnici Brembo hanno analizzato la pista di Jerez dichiarandola piuttosto impegnativa per l’impianto frenante. Ecco quali sono i punti più duri della pista e di cosa avranno bisogno i piloti per disputare un buon round
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SuperBike
Informazioni utili
Il campionato mondiale delle derivate di serie approda a Jerez, dove sulla pista andalusa andrà in scena il dodicesimo appuntamento stagionale, il penultimo in calendario e l’ultimo che sarà disputato in suolo europeo. Ora che il titolo è stato consegnato ad un invincibile Jonathan Rea, nello scorso round, la lotta è accesa per la seconda posizione in classifica ed è tutta tra Tom Sykes e Chaz Davies.
La pista è lunga 4.423 m e qui si alternano curve lente (da 60-70 km/h), veloci (120-130 km/h) e velocissime (160 km/h): le 13 curve (8 a destra, 5 a sinistra) rappresentano il 31 per cento della lunghezza totale ed offrono numerosi punti utili per i sorpassi. I piloti, quindi, avranno bisogno di una moto ben bilanciata, maneggevole e anche stabile nelle frenate e secondo i tecnici Brembo, il circuito de Jerez è piuttosto impegnativo per i freni.
Fatta eccezione per la curva 3, nelle altre 12 i piloti Superbike utilizzano i freni. Nonostante la media sia abbassata dalla presenza di tre curve (la 7, la 10 e la 12) con decelerazione inferiore a 1 g, la decelerazione sul giro è di 1,15 g,
La frenata considerata in assoluto la più impegnativa è alla Dry Sack (curva 6) che risulta addirittura la seconda più dura di tutto il campionato. Per la frenata servono 4,7 secondi e 194 metri durante i quali i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6,2 kg. Un pizzico meno difficile ma pur sempre complessa è la frenata alla prima curva, da 265 km/h a 88 km/h in 172 metri. I piloti si attaccano ai freni per 4 secondi esercitando un carico sulla leva di 5,9 kg.
La curva 13 invece vanta una frenata più lunga sia in termini spaziali (140 metri) che temporali (3,7 secondi) ma una decelerazione di 1,2 g.
Cliccate qui per vedere gli orari diretta TV sulle reti Mediaset e su Eurosport.
Il campionato mondiale delle derivate di serie approda a Jerez, dove sulla pista andalusa andrà in scena il dodicesimo appuntamento stagionale, il penultimo in calendario e l’ultimo che sarà disputato in suolo europeo. Ora che il titolo è stato consegnato ad un invincibile Jonathan Rea, nello scorso round, la lotta è accesa per la seconda posizione in classifica ed è tutta tra Tom Sykes e Chaz Davies.
La pista è lunga 4.423 m e qui si alternano curve lente (da 60-70 km/h), veloci (120-130 km/h) e velocissime (160 km/h): le 13 curve (8 a destra, 5 a sinistra) rappresentano il 31 per cento della lunghezza totale ed offrono numerosi punti utili per i sorpassi. I piloti, quindi, avranno bisogno di una moto ben bilanciata, maneggevole e anche stabile nelle frenate e secondo i tecnici Brembo, il circuito de Jerez è piuttosto impegnativo per i freni.
Fatta eccezione per la curva 3, nelle altre 12 i piloti Superbike utilizzano i freni. Nonostante la media sia abbassata dalla presenza di tre curve (la 7, la 10 e la 12) con decelerazione inferiore a 1 g, la decelerazione sul giro è di 1,15 g,
La frenata considerata in assoluto la più impegnativa è alla Dry Sack (curva 6) che risulta addirittura la seconda più dura di tutto il campionato. Per la frenata servono 4,7 secondi e 194 metri durante i quali i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6,2 kg. Un pizzico meno difficile ma pur sempre complessa è la frenata alla prima curva, da 265 km/h a 88 km/h in 172 metri. I piloti si attaccano ai freni per 4 secondi esercitando un carico sulla leva di 5,9 kg.
La curva 13 invece vanta una frenata più lunga sia in termini spaziali (140 metri) che temporali (3,7 secondi) ma una decelerazione di 1,2 g.
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