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Il COVID si è portato via Jorge Lis, ex pilota e manager no-vax “pentito”

Ha suscitato scalpore la notizia della morte dell’ex pilota spagnolo Jorge Lis, scomparso martedì scorso ad appena 46 anni, a seguito dei danni provocati dal COVID 19 dopo che aveva rifiutato di farsi vaccinare contro il virus. 
Non voleva il vaccino
Il quotidiano “Levante” ha pubblicato il testo di un messaggio whatsapp spedito alla sorella Elena, nel quale confessava le sue paure: “Temo, Elena, che ora non possiamo fermarlo. Questa settimana ho bruscamente ricevuto una delle mie più grandi lezioni di vita. Passare molto tempo su Twitter ecc. mi aveva radicalizzato all'estremo. Vorrei essere stato vaccinato".
Lo spagnolo aveva appena preso il risultato positivo di un tampone; pochi giorni dopo sarebbe stato ricoverato all’ospedale La Fe di Valencia, in terapia intensiva, in uno stato di estrema gravità, e collegato a un respiratore che lo aiutava ad ossigenarsi.
"Questo virus è terribilmente infido – ha ricordato la sorella nel testo pubblicato su “Levante” –: in poche ore è passato dal credere che sarebbe stato presto dimesso alla complicanza di una gravissima polmonite bilaterale. Lui, che all'inizio della pandemia viveva nella paura, ha improvvisamente cambiato orientamento ed è stato contagiato da un virus invisibile e pericolosissimo: quello delle teorie che negano l'esistenza del COVID o ne rendono relativi gli effetti. Ascoltava presunti guru che si vantavano di avere accesso a informazioni privilegiate: dati economici e sociali fuori dalla portata del resto dei mortali, scienziati compresi”.
Più che per il secondo posto ottenuto nel campionato spagnolo classe 125 nel 1996, Jorge Lis era conosciuto nell’ambiente per essere manager di giovani piloti come Bernat Martínez e Steven Odendaal nel Mondiale Superbike.

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