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Dakar in lutto: Pierre Cherpin non ce l'ha fatta

Il pilota è deceduto durante il trasporto aereo in Francia. Le sue condizioni erano rimaste sempre gravi dopo l'incidente nel corso della settima tappa, quando aveva subito un trauma cranico e aveva perso conoscenza. 52 anni, appassionato di deserto e vela, Cherpin era alla sua quarta Dakar
Lo staff della Dakar rende noto che, durante il trasferimento in aereo sanitario da Jeddah alla Francia, Pierre Cherpin è morto per le ferite causate dalla caduta sofferta durante la 7a tappa, da Ha'il a Sakaka, lo scorso 10 gennaio.

Condizioni sempre gravi
Il motociclista era incorso in un incidente al km 178 della prima tappa dopo il giorno di riposo, intorno alle 13.00. I medici lo avevano trovato già privo di sensi, quando lo hanno raggiunto in elicottero. Portato all'ospedale di Sakaka, il referto medico aveva rivelato un grave trauma cranico con perdita di coscienza. Operato d'urgenza nel reparto di neurochirurgia, da allora era stato tenuto in coma indotto e le sue condizioni erano rimaste stabili negli ultimi giorni. Cherpin era stato trasportato in aereo da Sakaka all'ospedale di Jeddah, da dove sarebbe dovuto volare alla volta dell'ospedale di Lille.

In gara con lo spirito delle origini
Appassionato di deserto e avventura nei grandi spazi aperti che sa regalare, Pierre Cherpin stava partecipando al suo quarto Dakar. La sua prima partecipazione risaliva al 2009, quando il rally si era svolto per la prima volta in Sud America.
Pierre debuttò nella categoria Malle Moto ed era tornato in gara nel 2012, sempre nella stessa categoria, completandola in entrambe le occasioni. Si era presentato al via una terza volta nel 2015, ma aveva dovuto rinunciare a causa di un guasto al motore. Infine, in questa ultima edizione, è entrato a far parte della stessa classe, spinto dalla curiosità di scoprire un nuovo continente. La sera della 6a tappa occupava la 77esima posizione della classifica generale.

Passione per l'avventura
Il 52enne transalpino, imprenditore e appassionato di vela, non aveva altra ambizione che quella di vivere un'avventura, senza preoccuparsi di ottenere un risultato di prestigio: “Sono un dilettante, non voglio vincere ma scoprire paesaggi che non avrei mai avuto l'opportunità di vedere diversamente. Tutto è emozionante: andare in moto, vivere la propria passione, conoscere se stessi”, aveva dichiarato nelle interviste della vigilia.
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