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Ciabatti: “Così ho convinto Tony Cairoli a venire in Ducati” [Intervista esclusiva]

Dopo 11 stagioni in MotoGP, Paolo Ciabatti da quest'anno sarà general manager di Ducati off-road. Una sfida che ha cominciato nel migliore dei modi, convincendo Tony Cairoli ad abbracciare questo nuovo progetto

Dalla MotoGP all'Off-Road
Una delle notizie più clamorose di fine 2023 è stato l'arrivo di Ducati nell'off-road. Un impegno importante per la casa di Borgo Panigale che per questo ha deciso di spostare uno dei suoi manager storici, Paolo Ciabatti, dalla MotoGP al nuovo progetto. A Madonna di Campiglio è stato presentato il team e la moto da cross a seguire nei prossimi anni sarà il turno anche di quelle da enduro.

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Paolo Ciabatti negli ultimi undici anni è stato il direttore sportivo di Ducati Corse e ha iniziato l'intervista in esclusiva spiegando: "Si tratta di un progetto con una prospettiva interessante e divertente, ed è anche un obiettivo personale che mi stimola molto. Ducati ha avuto e ha tantissimo successo in MotoGP e Superbike e ha deciso di entrare in un nuovo settore, quello del fuoristrada, in cui non è mai stata presente in tempi recenti. C’era negli anni 70 ma con ambizioni completamente diverse". 

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Questa sfida è arrivata dopo il secondo titolo vinto con Francesco Bagnaia...
Mi è sembrato il momento giusto, anche per lasciare la MotoGP a qualcuno che stimo molto, come Mauro Grassili. Non avrei voluto lasciare la MotoGP senza aver vinto un mondiale, l’abbiamo vinto nel 2022, ci siamo ripetuti nel 2023 e a questo punto ho pensato che l’offerta che ho ricevuto fosse arrivata al momento giusto.

Com’è nata la collaborazione con Tony Cairoli?
È nata in modo quasi spontaneo. Sono un suo grande tifoso da tempo. È stato il più grande campione italiano nella storia del cross, uno dei più grandi della storia del motocross, ho seguito anche le sue incursioni nei rally che è un’altra disciplina che mi piace molto. Va anche molto forte in macchina. Ci siamo sentiti in modo casuale, da lì è nato un po’ un volerne sapere di più da parte sua, questa cosa ci ha trovati entrambi in un momento in cui è stato facile trovare un accordo.
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Ha fatto qualche richiesta?
No, Tony ama ancora molto andare in moto. A noi serviva qualcuno, oltre ad Alessandro, che potesse andare molto forte con le nostre moto per metterne in risalto eventuali criticità, visto che siamo in una fase in cui possiamo ancora intervenire sui prototipi prima di passare alle fasi di pre-produzione. La sua richiesta è stata quella di girare molto in pista, ed era in linea con le nostre esigenze. Non è stato difficile esaudirla.

Cosa prevede il programma di sviluppo?
Parteciperemo alle sei gare del Campionato italiano con Alessandro, con Tony valuteremo insieme se e quali gare avrà voglia di fare anche lui. In questo momento il numero delle moto disponibili è molto limitato, quindi dobbiamo gestirle bene. L’obiettivo principale è quello di sviluppare la moto. Il 16-17 marzo a Mantova Alessandro prenderà parte al suo primo fine settimana di gara.

Quali saranno le piste su cui lavorerete?
Siamo andati un po’ dappertutto, ma la pista di Montevarchi è stata la prima dove abbiamo provato la moto, perché eravamo insieme a Pirelli che ci ha aiutato in questa fase di sviluppo, insieme ai tecnici di Showa. Per poter fare delle prove lontano da occhi indiscreti, abbiamo approfittato dell’ospitalità di Pirelli per fare una serie di test, coinvolgendo anche gli altri due collaudatori che sono Stefano Pezzuto e Antoine Meo.

Potrebbe esserci anche una collaborazione con il Dovi Park 04 Coralli, di Andrea Dovizioso?
Abbiamo già girato una volta a Faenza, quindi Dovi ha visto la moto prima che prendesse le forme attuali. Sicuramente è una pista che Andrea vuole gestire in modo molto professionale. È anche molto vicina a Ducati, quindi sicuramente utilizzeremo anche quella struttura.

Dovizioso cos’ha detto della moto?
Essendo un grandissimo appassionato di cross l’ha vista e gli piace molto: in particolare il concetto innovativo del telaio, ma anche il motore perché sapendo che cosa si può raggiungere con il Desmo è curioso di sapere di più sulla moto. Mi fa piacere perché penso che andremo a trovarlo abbastanza spesso nel prosieguo dell’anno.

Hai parlato della tua passione per il motocross fin da quando eri adolescente, hai provata la moto?
Un po’ più avanti magari farò un giro all’interno del paddock, senza fare salti perché l’età non me lo consente più.

Come affronti questo nuovo incarico?
C’è l’emozione. Sarà un anno con meno adrenalina rispetto agli ultimi undici e questo può anche far bene... Poi nel 2025 le gare del Mondiale MXGP saranno 20 e sarà di nuovo adrenalina vera. Una cosa nuova in cui ci confronteremo con chi lo fa da anni con successo.

Dove vuole arrivare Ducati?
È un’azienda ambiziosa e vogliamo arrivare a ottenere nell’off-road gli stessi successi che abbiamo ottenuto in MotoGP e SBK. Chiaro che non è qualcosa che si costruisce dall’oggi al domani. Siamo convinti di avere le risorse tecniche e umane necessarie per arrivare all’obiettivo, sappiamo anche che dobbiamo affrontarlo con ambizione e umiltà.

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