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Yamaprilia: il mix esplosivo tra RD 350 e RS 250

La special da pista realizzata del sudafricano Gareth Evans unisce il meglio dei motori 2 tempi Yamaha e della ciclistica Aprilia, tenuti insieme da parti speciali di altissima qualità. Per realizzare questo progetto ci sono voluti tre anni, ma ne è valsa la pena...
Pazzo incrocio tra due bombe 2T
Il mercato delle due ruote offre una vasta gamma di moto sportive per la pista, ma gli affezionati del 2 tempi – enduro e motocross a parte – hanno poca scelta, a meno di potersi permettere una Suter MMX 500 da ben 110 mila euro. Bisogna quindi ricorrere all’usato, oppure all’homemade, come ha fatto il sudafricano Gareth Evans. La sua 2T da trackday è un ibrido tra un motore di una Yamaha RD 350 e il telaio di una Aprilia RS250, tenuti assieme da vari componenti aftermarket e artigianali sviluppate durante i 3 anni che sono stati necessari per realizzare questo affascinante progetto. Non sono solo il look e il sound a interessare Gareth, ma soprattutto le prestazioni: la sua idea iniziale era infatti di realizzare una 500 quattro cilindri, ma dopo varie ricerche ha preferito il bicilindrico 350 di Iwata che permette di tirar fuori una buona quantità di cavalli mantenendo leggerezza e semplicità. Per quanto riguarda il telaio, invece, non aveva dubbi: l’Aprilia RS250 è una sicurezza per questo tipo di trasformazioni. Le sospensioni sono Öhlins (forcella di una Panigale e ammortizzatore TTX) mentre i freni sono firmati Brembo, con dischi da 320 mm e pompa RCS. Il motore della RD ha ricevuto parecchie attenzioni per migliorare performance e affidabilità: una revisione interna completa, insieme a lavorazioni a carter e cilindri, pistoni Wossner, campana frizione Hinson, albero Hot Rods e sistema di accensione regolabile. L'alimentazione invece è affidata a carburatori Keihin PWK da cross, abbinati a filtri BMC. Per completare l'opera, la Special sfoggia un gran numero di parti realizzate direttamente da Evans, come le piastre di sterzo, gli assi ruota, il link del forcellone e i supporti pinze freno, tutti rigorosamente in alluminio 7075 ricavato dal pieno. Artigianali anche il telaietto posteriore e la carenatura completa in fibra di carbonio. Il risultato è davvero affascinante, come conferma il proprietario: “Se porti in pista una moderna superbike puoi trovare una o due persone interessate alla tua moto. Ma quando tiri giù dal furgone questa, non riesci a credere all’interesse che suscita, specialmente da parte delle vecchie generazioni che sono cresciute negli anni d’oro del due tempi”. Non stentiamo a crederci…

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