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Yamaha: servosterzo sulle moto da cross

La tecnologia usata per il servosterzo è analoga a quella impiegata nelle biciclette a pedalata assistita: la coppia applicata al manubrio, così come quella applicata ai pedali, viene misurata da un sensore collegato a una centralina che comanda l'azione di un motore elettrico 
Non è la prima volta che si parla servosterzo su una moto: chi ha buona memoria ricorderà che Roberto Gallina aveva cominciato a studiarlo sulle Suzuki da Gran Premio nei primi anni 80, ma il progetto venne accantonato. Ora, una quarantina di anni dopo, un prototipo di servosterzo elettrico equipaggerà le Yamaha ufficiali nel campionato di motocross All-Japan, in Giappone.

Prima in gara poi su strada
Usare il nuovo sistema in gara permetterà di accelerare il processo di ricerca e sviluppo del dispositivo, destinato a finire sulle moto in produzioni di serie e con la possibilità di applicazioni interessantissime.
Era stato presentato al Tokyo Motor Show 2019 insieme a diversi altri progetti che definiscono il futuro della Casa di Iwata fino al 2030, raggruppati sotto la sigla ART che sta per “robotica avanzata, ripensamento di soluzioni e trasformazione della mobilità”.

Come le bici elettriche
La tecnologia usata per il servosterzo EPS (Electric Powered Steering) è analoga a quella impiegata nelle biciclette a pedalata assistita: la coppia applicata al manubrio, così come avviene per quella applicata ai pedali, viene misurata da un sensore collegato a una centralina la quale comanda un motore elettrico che collabora al movimento. Più o meno quello che avviene nei moderni sistemi di servosterzo elettrico di molte auto moderne. Viene mantenuta la connessione diretta tra il manubrio e gli steli della forcella, dunque il controllo finale resta nelle mani del conducente.
Il sistema EPS dà un aiuto maggiore a basse velocità, quando è probabile che il motociclista faccia movimenti di sterzo più ampi, ma funziona anche come ammortizzatore di sterzo attivo alle alte velocità perché in grado di distinguere la spinta sul manubrio dalle influenze esterne e dunque può collaborare alle prime e contrastare le seconde.
Ancora più interessanti gli sviluppi futuri: siccome il sistema EPS permette al computer di bordo di agire direttamente sullo sterzo, si potrebbe arrivare ad impiegarlo come elemento di assistenza alla guida nell’ottica della sicurezza, un po’ come già avviene con ABS e controllo di trazione. In questo caso, magari aiutandosi con sensori radar, si potrebbe arrivare a comandare lo sterzo per contrastare una perdita di aderenza o stringere una traiettoria. Se vi sembra fantascienza, ricordate che Yamaha ha già dimostrato come una moto controllata da computer possa girare in circuito ad alta velocità senza un uomo a bordo, comandata dal pilota robotico Motobot.
 
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