X-Plorer: ma quanto è bella la BMW R100 GS restomod
La WalzWerk X-Plorer riporta in strada il fascino delle GS anni Ottanta, fondendo artigianalità, componenti di qualità e un lavoro di fino su ogni dettaglio
Una vecchia nuova GS
Da 35 anni WalzWerk è uno dei nomi più prolifici del custom europeo, con oltre 1.000 realizzazioni all’attivo e una lunga tradizione di boxer BMW, soprattutto grazie alla serie Schizzo. Con la X-Plorer di cui vi parliamo ora però, il laboratorio fondato da Marcus Walz entra in un terreno diverso, quello cioè delle enduro neo-retro su base BMW R100GS. Un progetto nato per assecondare i clienti che desideravano una moto capace di evocare le regine della Parigi-Dakar degli anni Ottanta, ma aggiornata nelle parti tecniche per risultare utilizzabile e affidabile ogni giorno.
Due versioni nate dalla BMW R100GR
WalzWerk ha scelto la R100GS per un motivo semplice: è la “vecchia GS più giovane” disponibile, prodotta tra 1987 e 1994, con vantaggi tecnici importanti rispetto alla R80G/S. Il motore ad esempio è più potente e il Paralever posteriore ben più efficace sul piano dinamico. La X-Plorer è proposta in due configurazioni: Rally (qui sotto un rendering per vedere come è fatta), con frontale più compatto e cupolino ridotto e Raid (quella in foto) con impostazione più “da viaggio”, carenatura originale, serbatoio da 26 litri e protezioni tubolari. Da qui, entrambe vengono completate con una lunga lista di componenti proprietari WalzWerk.

Motore e ciclistica
Il boxer da 980 cm3 è stato smontato completamente e ricostruito con cilindri, pistoni e teste nuovi ed abbinato ad uno scarico 2-in-1 ceramico per una potenza di 70 CV (10 in più dell’originale). Rifatti anche cambio e trasmissione finale, mentre la frizione è ora una Sachs sport rinforzata. Il telaio è stato invece rinforzato e abbinato al classico subframe WalzWerk, derivato da quello della Schizzo ma qui 80 mm più lungo e 20 più largo per migliorare il comfort. Touratech, partner storico di WalzWerk, ha realizzato un assetto dedicato: forcella rivista a fondo, con cartuccia speciale, molle progressive e 200 mm di escursione e ammortizzatore posteriore dedicato, completamente regolabile, con 180 mm di corsa. Mantenuta invece la ruota anteriore da 21”, mentre dietro la classica 17” viene sostituita con una versione più larga. In alternativa, si può però richiedere una 18” posteriore, ovviamente a raggi e tubeless.
In quanto a confort, la sella, progettata per i lunghi viaggi, è il doppio per spessore rispetto a quella della Schizzo e adotta un’anima in gel-core. È composta da due elementi, col pad passeggero che può essere rimosso in 10 secondi per fare spazio a un portapacchi. Il tutto per un peso di soli 188 kg in ordine di marcia, oltre 20% in meno rispetto all’originale.
Il corredo

Il frontale abbandona il faro quadrato della R100GS per una configurazione più rally: doppio faro, fendinebbia PIAA montati sulle barre paramotore e frecce LED su supporti in gomma. Dietro al cupolino fumé si trova un cockpit, essenziale ma curatissimo: plancia in alluminio su misura, contachilometri Daytona con contagiri integrato, blocchetto chiave, pulsanti ben etichettati, supporto Quad Lock con smorzatore di vibrazioni e ricarica wireless e, sul manubrio, manopole Biltwell, leve freno/frizione Synto e blocchetti elettrici WalzWerk in alluminio. Il tutto completato da una bellissima livrea che richiama le storiche colorazioni GS, quindi telaio blu genziana, gruppo motore e trasmissione in nero.
I prezzi
Come accennato, la serie X-Plorer è realizzata solo su commissione: 28.990 euro per la versione Rally e 29.990 euro per la Raid. Cifre superiori a quelle di una BMW R1300GS Adventure di serie, vero, ma al cuore non si comanda e qui, basta un’occhiata per accorgersene, siamo davanti a una moto completamente ricostruita a mano…
Foto e immagini