V1000: storia del sogno di Lord Hesketh
Meno conosciuta delle Vincent o delle Brough Superior ma certo altrettanto “esclusiva”, la sfortunata Hesketh V1000 nacque dal sogno romantico di un Lord inglese appassionato del lusso e delle corse. Ecco la sua storia
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Hesketh V1000
Ereditato il titolo di Lord e, con esso, l’immensa fortuna del padre, Thomas Alexander Fermor-Hesketh fu, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, l’emblema del nobile dandy innamorato della bella vita, delle belle donne, del lusso, dello champagne e, ecco ciò che davvero ci interessa, dei motori e delle corse. All’età di 22 anni decise di impegnare una buona parte della sua immensa fortuna per fondare il team privato di F1. Al volante della monoposto progettata da Harvey Postlethwaite, il giovane e promettente pilota James Hunt vinse nel 1975, cioè un anno dopo il debutto, il GP d’Olanda. Successo che incoraggiò Lord Hesketh - che tra parentesi era anche un grande appassionato di Vincent e Brough Superior - a gettarsi in una nuova impresa volta a ridare lustro al motociclismo inglese, in quegli anni sopraffatto delle agguerrite giapponesi.
In poco tempo, ma a fronte, di nuovo, di ingenti investimenti, nacque la lussuosissima - e super esclusiva - Hesketh V1000, bicilindrica da 992 cm³ di cilindrata con distribuzione a camme in testa a 4 valvole per cilindro, (quasi) mai visto all’epoca. Il motore da 86 CV a 6.500 giri/min aveva albero motore ricavato dal pieno, i carburatori erano Dell’Orto, la forcella regolabile e i freni a disco firmati Brembo. Di più: i cerchi in lega, in acciaio anodizzato oro o nero, furono ricavati da due blocchi in lega stampati rivettati insieme, mentre il telaio era disponibile sia verniciato nero che nichelato. Le linee, classiche, eleganti ma anche massicce, erano a firma John Mockett, già autore delle Kawasaki LTD custom ed in seguito progettista delle Triumph TSX 750 e Rocket III.
La Hesketh V1000 piacque, ma non convinse, affatto: presentata al pubblico, la stampa la demolì pezzo a pezzo, evidenziando spietatamente le lacune e le problematiche - evidenti - della meccanica. Il cambio era progettato male, inoltre un’errata configurazione dei passaggi dell'olio nella testa portò al richiamo di tutte le moto vendute, ad un crollo dell’immagine e alla chiusura dell’ormai indebitatissima fabbrica già nel 1981. Un sogno andato in frantumi, quasi: Hesketh non si diede per vinto e, l’anno seguente, fondò la nuova società Hesleydon Ltd, per riprendere la fabbricazione della V1000 ed affiancarne la versione carenata da gran turismo, la V1000 Vampire, ancora disegnata da John Mockett. Non ebbe successo. Testardo, o sognatore che dir si voglia, l’anno seguente Hesketh propose alla vicina Triumph di produrre la sua V1000 negli stabilimenti di Meriden, ma la risposta fu negativa. Alla fine del 1983 dovette rassegnarsi: la Hesleydon Ltd dichiarò fallimento, lasciando al mondo 200 V1000 e meno di cinquanta Vampire. A onor di cronaca, lo stesso collaudatore Mick Broom fondò nell’84 una nuova società rilevando dalla fallita Hesleydon macchinari e componentistica: Broom continuò il lavoro sulla V1000, sfornandone nuove versioni e prototipi più moderni fino al settembre del 2010, quando cioè l’azienda fu nuovamente rilevata dall'imprenditore Paul Sleeman. La nuova gestione ha prodotto, nel 2012 e nel 2014 due modelli in edizione limitata: la V1000 Kingswood e la Hesketh 24 con motore americano S&S. Un colpo al cuore per il “patriota” Lord Fermor-Hesketh.
In poco tempo, ma a fronte, di nuovo, di ingenti investimenti, nacque la lussuosissima - e super esclusiva - Hesketh V1000, bicilindrica da 992 cm³ di cilindrata con distribuzione a camme in testa a 4 valvole per cilindro, (quasi) mai visto all’epoca. Il motore da 86 CV a 6.500 giri/min aveva albero motore ricavato dal pieno, i carburatori erano Dell’Orto, la forcella regolabile e i freni a disco firmati Brembo. Di più: i cerchi in lega, in acciaio anodizzato oro o nero, furono ricavati da due blocchi in lega stampati rivettati insieme, mentre il telaio era disponibile sia verniciato nero che nichelato. Le linee, classiche, eleganti ma anche massicce, erano a firma John Mockett, già autore delle Kawasaki LTD custom ed in seguito progettista delle Triumph TSX 750 e Rocket III.
La Hesketh V1000 piacque, ma non convinse, affatto: presentata al pubblico, la stampa la demolì pezzo a pezzo, evidenziando spietatamente le lacune e le problematiche - evidenti - della meccanica. Il cambio era progettato male, inoltre un’errata configurazione dei passaggi dell'olio nella testa portò al richiamo di tutte le moto vendute, ad un crollo dell’immagine e alla chiusura dell’ormai indebitatissima fabbrica già nel 1981. Un sogno andato in frantumi, quasi: Hesketh non si diede per vinto e, l’anno seguente, fondò la nuova società Hesleydon Ltd, per riprendere la fabbricazione della V1000 ed affiancarne la versione carenata da gran turismo, la V1000 Vampire, ancora disegnata da John Mockett. Non ebbe successo. Testardo, o sognatore che dir si voglia, l’anno seguente Hesketh propose alla vicina Triumph di produrre la sua V1000 negli stabilimenti di Meriden, ma la risposta fu negativa. Alla fine del 1983 dovette rassegnarsi: la Hesleydon Ltd dichiarò fallimento, lasciando al mondo 200 V1000 e meno di cinquanta Vampire. A onor di cronaca, lo stesso collaudatore Mick Broom fondò nell’84 una nuova società rilevando dalla fallita Hesleydon macchinari e componentistica: Broom continuò il lavoro sulla V1000, sfornandone nuove versioni e prototipi più moderni fino al settembre del 2010, quando cioè l’azienda fu nuovamente rilevata dall'imprenditore Paul Sleeman. La nuova gestione ha prodotto, nel 2012 e nel 2014 due modelli in edizione limitata: la V1000 Kingswood e la Hesketh 24 con motore americano S&S. Un colpo al cuore per il “patriota” Lord Fermor-Hesketh.
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