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Triumph Scrambler 1200: come va questa inglese!

Per il lancio della sua "ultima nata", Triumph ha organizzato una gara tra le squadre delle 8 nazioni dove vende più moto. Il team italiano composto da Belli, Lorenzin e Cecotti è arrivato al duello finale con i brasiliani: ecco il racconto di uno dei protagonisti, il "nostro" Alberto Cecotti che ha avuto il privilegio di guidare l'attesa Scramber 1200 in anteprima assoluta
Ogni anno Triumph a metà ottobre organizza il lancio "statico" di un nuovo modello con un evento fuori dagli schemi. Quest'anno è stato il turno della Street Scrambler 1200, la nuova endurona classica nelle linee e ultratecnologica nei contenuti, presentata con un "mini-campionato mondiale scrambler"!
Su un circuito sterrato indoor realizzato all'interno della enorme ExCel Arena di Londra si sono sfidate le squadre (tre piloti ciascuna) in rappresentanza degli otto principali mercati di tutto il mondo: Gran Bretagna, USA, Germania, Francia, Italia, Brasile, India e Austria. Dopo una serie di scontri a eliminazione diretta tra le varie nazioni si è arrivati alla finalissima tra Italia e Brasile, che purtroppo ha avuto la meglio sul team di Triumph Italia composto da Marco Belli, Adelio Lorenzin e Alberto Cecotti (pilota e tester di inSella-inSella.it). Dopo l'evento, abbiamo chiesto al "nostro" Cecotti di raccontarci la gara: ecco cosa ci ha detto. 

Un motore portentoso
Ho avuto il privilegio di guidare la nuova Scrambler 1200 XE nel contest internazionale organizzato per il lancio su un circuito indoor di terra che definirei "breve ma intenso". La moto mi è stata affidata sul campo di gara e il primo contatto è avvenuto direttamente in pista. Com'è dal vivo la nuova Triumph? La Scrambler 1200 è alta (le sospensioni sono a lunga escursione come nelle enduro) e pesa 207 kg a secco, più o meno come le altre endurone, ma la mole si sente solo da fermi, quando ci si muove il manubrio largo con piega offroad facilita le manovre. Io ero anche avvantaggiato dalla statura: i miei 180 cm mi semplificavano l’azione, mentre il compagno di team Lorenzin (che è più basso di me) per gestire la moto nello sterrato stretto doveva sfruttare la sua grande esperienza di pilota enduro. La XE usata in gara aveva il riding mode Enduro Pro (che toglie l’ABS e il controllo di trazione) utilissimo per affrontare lo sterrato guidando un po' aggressivi, soprattutto nei tratti molto stretti dove bisognava far girare la moto con il freno posteriore: peccato che il terreno dopo qualche giro delle moto fosse diventato piuttosto soffice, rendendo difficile gestire l’avantreno che tendeva a sprofondare. Il motore è portentoso: corposo e molto piacevole nella voce e nell'erogazione sin dai bassi regimi, il bicilindrico da 90 CV permette di affrontare anche i tratti molto lenti in seconda marcia (offrendo così una maggior fluidità di guida rispetto ai passaggi in prima) ma ha anche un allungo vigoroso che mi permetteva di percorrere i brevi rettilinei della gara senza mettere la terza, con un netto guadagno di tempo rispetto agli avversari che tentavano di "appoggiare" la terza e poi dovevano ri-scalare in seconda. 



Elegante fuori, sportiva dentro
Anche le sospensioni si sono dimostrate molto efficaci: persino quando il terreno del breve rettilineo si è “bucato” (dopo un'ora di sgasate...) consentivano alla Scramblerona di restare stabile in piena accelerazione, avvallamenti e salti venivano "digeriti" con la disinvoltura di una moto da offroad. L'unico problema erano le gomme di serie che non avevano il grip delle tassellate "vere": nella guida dovevamo tenerne conto, in particolare nella fase di inserimento quando dovevamo andare a "cercare" l’appoggio. Anche in accelerazione era più redditizio aprire il gas gradualmente per avere un po' di trazione. Nonostante le gomme però abbiamo verificiato che le performance enduristiche della nuova Triumph sono elevate, quasi sorprendenti a fronte delle linee eleganti. Questa scrambler sembra la classica moto "modaiola", ma in realtà è una enduro sportiva. Con tanta classe...
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