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Top secret – Nuovi brevetti svelano a quale estremo è arrivata l’aerodinamica della Aprilia MotoGP

Alcune domande di brevetto presentate dalla casa di Noale dimostrano a che livello sia arrivata la ricerca aerodinamica per la MotoGP 

Che l’Aprilia abbia estremizzato la ricerca aerodinamica in MotoGP è cosa nota, ma forse è andata ancora più avanti di quanto avremmo pensato. Lo dimostrano alcune domande di brevetto presentate ultimamente a firma di Marco De Luca, il tecnico proveniente dalla F1 che dirige il settore aerodinamico della Casa di Noale. Gli elementi descritti si sono già visti nei test pre-campionato ma non sono ancora stati usati in gara; spingono ancora più avanti lo sfruttamento di deportanza ed effetto suolo rispetto a quanto fatto fino ad ora dalle altre squadre in MotoGP.

Due pareti speciali

Il primo studio riguarda le forme che creano una sorta di parete ai due lati del forcellone e si estendono fino alla ruota posteriore. Creano un percorso fluido per il flusso d’aria che corre sopra la parte inferiore di ciascun pannello laterale della carenatura, facendolo scivolare verso la parte posteriore della moto e riducendo al minimo la turbolenza dovuta alla rotazione della ruota e delle razze. Un miglioramento dell’aerodinamica che si traduce in una maggiore velocità di punta, ma questo è solo un vantaggio secondario. 

Deportanza per il forcellone

Lo scopo primario di queste estensioni del forcellone è un miglioramento dell’aderenza alla massima inclinazione, ottenuto grazie alla deportanza che riescono a creare. In quale modo lo si capisce guardando la sezione trasversale che ricorda la sagomatura di un’ala disposta verticalmente, con la parte di maggior spessore in alto e quella più sottile in basso. Quando la moto è alla massima piega il pannello è vicino all’asfalto e crea deportanza, aumentando la forza con la quale il pneumatico viene spinto verso l’asfalto e aumentandone così l’aderenza; inoltre si viene a creare una componente di spinta orizzontale verso l’interno della curva che contrasta la forza centrifuga, permettendo così di affrontarla a una velocità maggiore a parità di piega.

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Il disegno allegato nel brevetto mostra le paratie che avvolgono il forcellone e il dettaglio del tunnel nel codino 

Nei disegni compare anche una piccola ala davanti al perno della ruota posteriore, indicata con il numero 14. Anch’essa è inclinata verso l’interno e quando per effetto della piega si avvicina all’asfalto, l’aria che rimane nel mezzo viene accelerata creando un vuoto di pressione che risucchia la moto verso il suolo, nuovamente aumentando l’aderenza.

Estrazione dell’aria

Un secondo brevetto è relativo al grande tunnel che si crea fra la ruota posteriore e la sella, e allo spoiler rialzato sopra il codino. Il tunnel è sagomato in modo da favorire l’estrazione dell’aria che si viene a trovare sotto la pancia della moto e servono allo stesso scopo le due prolunghe a forma di paletta davanti allo pneumatico posteriore. 

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Il dettaglio dei flussi d'aria che sfiorano il forcellone e contribuiscono all'aderenza in curva

È una soluzione che viene applicata già da tempo in MotoGP ma il tunnel è disegnato in modo da accelerare il flusso d’aria aumentandone l’effetto con vantaggi in termini di deportanza e stabilità. Le ali sopra il codino, unite da uno spoiler rovesciato, implementano l’estrazione dell’aria dalla zona sotto il codino stesso. Al suo interno uno spazio in cui “possono essere alloggiati alcuni dispositivi della motocicletta”, come recita il brevetto, ed è probabile che sia qualcosa di analogo al mass damper adottato per la prima volta dalla Ducati MotoGP nel 2017 per contrastare vibrazioni e chattering.

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