Rc Auto, pagano sempre i soliti: stangata in arrivo?
Un emendamento alla manovra punta ad aumentare l’imposta sulla garanzia “infortunio del conducente” delle polizze Rc auto. Una modifica apparentemente tecnica che rischia però di trasformarsi in un salasso per tutti i cittadini
Voglia di rincari?
Una modifica apparentemente tecnica ma che rischia concretamente di trasformarsi nell’ennesima batosta per noi cittadini. Tra gli emendamenti alla manovra in discussione in Parlamento ce n’è infatti uno, a firma Matteo Gelmetti (Fratelli d’Italia), che potrebbe far lievitare i costi delle polizze Rc auto. Il nodo riguarda la garanzia accessoria “infortunio del conducente”, la copertura cioè che indennizza il guidatore in caso di lesioni anche se è colpevole. Ed è proprio su questa voce che lo Stato punta a incassare di più. Cerchiamo di fare chiarezza.
L’aliquota passa dal 2,5% al 12,5%
L’emendamento prevede che, dal gennaio 2026, l’imposta applicata alla garanzia infortuni salga dal 2,5% al 12,5%. Una crescita di dieci punti percentuali che, secondo le stime, porterebbe allo Stato circa 100 milioni di euro all’anno. Soldi che verranno prelevati dalle nostre tasche, seppur non direttamente. Per legge, infatti, l’imposta è a carico del cliente, e non delle compagnie assicurative, che di fatto fungono solo da sostituto d’imposta.
Il problema della retroattività
Il vero problema è però un altro, vale a dire la lettura retroattiva dell’Agenzia delle Entrate. Secondo il Fisco, l’aliquota sulla garanzia infortuni non sarebbe infatti mai dovuta essere quella ridotta, ma quella più alta già dagli anni Ottanta. In pratica, quindi, per l’Agenzia le compagnie per decenni avrebbero applicato l’aliquota sbagliata e, adesso, va saldato il conto degli ultimi dieci anni (quelli precedenti, fortunatamente, sono ormai prescritti). Importo? Circa un miliardo di euro, che le assicurazioni dovrebbero versare allo Stato al netto di sanzioni e interessi.
Chi paga?
Domanda retorica. Purtroppo, ci siamo abituati, il conto ricadrà su noi guidatori. La prima ed inevitabile conseguenza sarà l’aumento diretto della garanzia infortuni che, dal 2026, potrebbe al pari dell’aliquota quintuplicare. Ma non solo: se da una parte le assicurazioni recupereranno la maggiore tassazione aumentando la garanzia accessoria in questione, dovranno dall’altra trovare un modo per recuperare le somme retroattive anticipate. Conseguenza: aspettiamoci anche un generale rincaro su tutta la Rc auto. Chiamate a fronteggiare una richiesta potenziale da un miliardo di euro, è chiaro che le compagnie potrebbero cercare vie per riequilibrare i conti. E storicamente, quando le assicurazioni devono recuperare margini, i listini Rc auto non sono mai rimasti a guardare. Insomma, benché la diatriba tra Fisco e compagnie riguardi interpretazioni normative, pareri degli anni Ottanta e letture retroattive, alla fine, la parte più fragile della catena è sempre la stessa: chi paga la polizza.
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