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Racer X, l'elettrica con lo sterzo elettronico

Una special che va oltre gli schemi e il convenzionale, non solo dal punto di vista stilistico ma anche tecnico. Tutto questo reso possibile dalla presenza di un motore elettrico
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Fuoriserie
La Racer X è una moto elettrica. E fin qui nulla di nuovo, anzi quasi scontato in un periodo come quello che stiamo vivendo in cui la mobilità elettrica, non solo urbana, è una realtà sempre più concreta. Nel mondo delle preparazioni, poi, i mezzi a "batteria" si stanno moltiplicando. Quel che accumuna le special elettriche è la voglia di andare oltre le forme convenzionali con cui vediamo le moto. Se ci pensate, l'elettrico non ha un motore a scoppio, non ha uno scarico, non ha un serbatoio, eppure le principali aziende che producono moto a batterie "di serie" (vedi l'italianissima Energica o le americane Harley-Davidson e ZeroMotorcycles) propongono esattamente gli stessi stilemi delle cugine a "scoppio". Da una parte è una scelta comprensibile, bisogna coinvolgere il motociclistica con forme da lui riconoscibili e che da sempre rappresentano l'oggetto della sua passione, ma è anche vero che in questo modo non si dà libero sfogo a tutte le soluzioni che invece un elettrico permette.

Schemi saltati
Ne è un esempio la Racer X nata dalla matita di Mark Atkinson, un designer che cerca di andare sempre oltre al consueto, lo stesso che ha realizzato la BMW K75 Alpha (qui sotto), un dragster degno del lago salato di Bonneville dalle forme ispirate allo steampunk, un filone fantasy che mixa linee dell'800 a tecnologia moderna (cercatela in rete, merita).
Per la Racer X, invece, Mark ha guardato al futuro, disegnando linee pulite e forme minimaliste, togliendo tutto quello che su una elettrica non serve e lasciando solo l'indispensabile. Basta guardare la seduta per il pilota, un triangolino stile bici da corsa rigorosamente monoposto e senza alcuna imbottitura (è una special, glielo perdoniamo). Oppure le pedane e le manopole, uniche appendici che spuntano dalla carrozzeria, formata da quattro boomerang in fibra di carbonio (due per lato) che disegnano una grande "X" e che celano il telaio in tubi di acciaio.


Altra "opera" parecchio interessante di Mark Atkinson è questa BMW K75 Alpha, ispirata ai dragster di Bonneville, decisamente più convenzionale rispetto alla Racer-X


Servosterzo
Il cuore della Racer X, un motore elettrico da 38 kW fornito da John Sullivan della Perdue University, è alimentato da una grossa batteria presa da una Nissan LEAF. A intrigare il lato ingegneristico di ogni motociclista ci pensa invece la sospensione anteriore: qui non troviamo una tradizionale forcella ma una struttura a doppio pivot. Atkinson ha utilizzato ruote prive di mozzo, che "scorrono" in una struttura in alluminio, per sterzare c'è un servomotore controllato dal software open source Arduino comandato da un joystick posto sul manubrio. Un'idea originale ma il sistema, ammette Atkinson è ancora troppo "brusco"...
Insomma, la Racer X non è un gioco di stile davvero interessante, ma c'è qualcuno che avrebbe il coraggio di guidarla? 



 

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