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Multe, gli automobilisti stranieri le "evadono" quasi sempre

Che sia per divieto di sosta o per eccesso di velocità, un automobilista straniero che prende una multa in Italia ha buone probabilità di non pagarla. Se, per Carabinieri e Polizia di Stato, notificare una multa all’estero non è un procedimento semplice, ancor più difficile è infatti occuparsi poi della relativa riscossione crediti
Multe in Italia
In vacanza o in viaggio, gli automobilisti stranieri in Italia sfuggono alle multe stradali. O perlomeno la maggior parte di essi. Le norme per notificare una sanzione all’estero ci sono da più di tre anni (direttiva 2015/413), ma i corpi di polizia, nella maggior parte dei casi,  ancora non se ne avvalgono: secondo le stime circolanti tra gli operatori privati del settore, verrebbe incassato infatti solo il 30% del valore nominale delle sanzioni. Il motivo, com’è facile immaginare, va ricercato della difficoltà - una volta emesso il verbale - di notificarlo all’estero, soprattutto se nel caso di un paese al di fuori dell’unione Europea. Si tratta infatti di un procedimento piuttosto lungo e macchinoso, per il quale si dimostra necessaria la selezione di un operatore privato specializzato in recupero crediti e, soprattutto, in grado di operare e dialogare con le equivalenti società basate nei paesi esteri dove il verbale viene spedito. Non è facile, considerando anche la necessità da parte di Polizia e Carabinieri - che all’estero rappresentano in via istituzionale lo Stato Italiano - di relazionarsi “con cautela” nei confronti delle istituzioni locali.
Anche per questo motivo, i più attivi nella notifica e nella riscossione dei verbali all’estero risultano oggi essere,  paradossalmente, i copri di polizia locale operanti nelle città più estese o situate in “posti caldi”, come la frontiera di Ventimiglia e Como. Come riportato dal Sole 24 Ore, complessivamente, le 1.650 polizie locali che danno seguito alle infrazioni con veicoli a targa estera gestiscono circa 2,4 milioni di verbali ogni anno, per un totale nominale di 213,6 milioni di euro ed effettivo di 70 milioni. Numeri da prendere con le pinze, perché non tutte quelle che si sono attivate lo hanno fatto nello stesso modo: alcune polizie si sono limitate alla notifiche - cosa che secondo le stime avrebbe garantito l’incasso solo nel 40% dei casi -, altre invece avrebbero continuato con il recupero crediti, stragiudiziale (quindi con sollecito di pagamento) o giudiziale, (che com’è ovvio comporta però costi e trafile ben più onerose) per una raccolta di un altro 15% sul totale. Rimane fuori un 45%, di cui un 20% giustificato con l’impossibilità di notificare la multa  per l’impossibilità di identificare il proprietario dell’auto all’estero. La soluzione non è ancora chiara: tuttavia, considerando l’obbligo a partire dal 2022 per tutte le auto immatricolate in Europa di circolare con scatola nera, è facile immaginare l’arrivo di una nuova norma utile a verificare, proprio attraverso la “memoria” della black box, eventuali pendenze.
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