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MotoGP 2020 - Ducati Desmosedici: sembra sulla strada giusta

La nuova creatura di Dall'Igna sfoggia un rivoluzionario sistema per abbassare meccanicamente l'assetto in pista. Dovizioso inizia a capire le nuove gomme, Petrucci e Bagnaia hanno bisogno di più tempo. La GP20 ha più motore della GP19 di Zarco e guadagna circa 5 km/h rispetto all'anno scorso
Se Honda parte per il mondiale MotoGP con i favori del pronostico – in quanto ha vinto i tre titoli piloti, costruttori e team nel 2019- Ducati è la sfidante principale – avendo portato Dovizioso regolarmente al secondo posto della classifica nelle ultime tre stagioni. Come Hrc anche il reparto corse di Borgo Panigale ha dovuto fare fronte alle particolari caratteristiche della nuova Michelin, che stanno richiedendo più di un adeguamento alle moto equipaggiate con i propulsori V4.

La moto
La nuova Desmosedici sembra essere nata bene. A livello di motore la GP20 ha guadagnato circa 5 km/h di velocità di punta, il che le consente di mantenere margine su Yamaha e Suzuki, mentre il confronto con Honda al momento è difficile da valutare. Complicato stabilire anche gli eventuali progressi in termini di telaio e sospensioni, con test effettuati su appena due circuiti. La diavoleria 2020 uscita dal cilindro di Gigi Dall'Igna è invece il nuovo dispositivo che abbassa l'assetto della Desmosedici al posteriore in rettilineo. I piloti lo possono azionare tramite una leva a due comandi al semi manubrio sinistro, diminuendo così la resistenza aerodinamica all'avanzamento. Per quanto riguarda le appendici, niente di rivoluzionario ma superfici più importanti secondo la tendenza del momento.

Team ufficiale
Andrea Dovizioso esce dai test di Losail con un sorriso in più e qualche preoccupazione in meno. Le simulazioni di long run effettuate da solo e con Petrucci hanno permesso di capire meglio il comportamento della gomma. Il nuovo pneumatico posteriore “spinge” molto la moto in frenata e ne penalizza l'inserimento. La Desmosedici sente parecchio questa caratteristica ma in Ducati c'è un'idea su come procedere per migliorare il set up e i piloti factory non si sentono troppo lontani da Yamaha e Suzuki già al momento. Le gare poi non si corrono sul giro secco e quel rettilineo di quasi un chilometro può dare una mano agli uomini in rosso per provare a tenere le proprie moto davanti al termine di ogni giro. DesmoDovi andrà considerato tra i piloti che si giocheranno la vittoria, più difficile capire il potenziale di Petrucci, che appare un passo indietro soprattutto sulla distanza.

Team satellite
Jack Miller ha avuto una pre-season positiva: dall'australiano ci si aspetta quest'anno che sia capace di andare a podio regolarmente e i segnali positivi non sono mancati. Bagnaia doveva invece fare il doppio salto dalla Gp18 alla Gp20 e sta cercando di capire bene la moto. Per il campione del mondo Moto2 2018 serve ancora del lavoro, ma Pecco si sta concentrando molto sul passo gara, dimostrando maturità. Per quanto riguarda il Team Avintia, Johann Zarco – che come Rabat ha a disposizione una Gp19 - non sembra avere ancora trovato il modo per riuscire a essere costante. La sua ultima simulazione di gara lo ha portato fino al 55” e mezzo, ma con una forbice piuttosto ampia per quanto riguarda i passaggi meno rapidi. La differenza tra il prototipo dell'anno scorso e quest'ultimo non è comunque trascurabile e il francese si sta adattando rapidamente alla quarta moto  diversa di questi ultimi due anni.

Conclusione
Per la Casa che ha vinto in Qatar negli ultimi due anni e che non manca il podio a Losail dal 2015, il primo gp dell'anno è uno degli appuntamenti da non mancare e gli indizi ci dicono che anche quest'anno la Desmosedici sarà pronta alla battaglia. La vera incognita è data dal capire con quante moto, perché se Dovizioso appare pronto, per gli altri sarà difficile anche solo giocarsi un posto nella top5. Il resto della stagione è un rebus per tutti, ma al momento non ci sono grosse preoccupazioni. Con il mercato piloti che ormai ha detto quasi tutto, non ci sono grosse ansie nemmeno su quel fronte. Per Ducati quanto mai il futuro è adesso, perché dalla prima parte del 2020 dipenderà la gran parte di quel che verrà dopo.

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