Moto Guzzi V7 by Black Cycles: dopo il furto la rinascita
Questa Moto Guzzi V7 è rinata grazie al lavoro artigianale di Black Cycles: ora è una scrambler moderna, curata nei dettagli e pronta per la strada
Un progetto nato da un furto
Questa Moto Guzzi V7 III Stone, trasformata dal customizer australiano Noel Muller di Black Cycles, ha alle spalle una storia insolita. Al suo proprietario, il suo nome è Toby, titolare di un locale nel Galles del Sud, hanno rubato la moto proprio davanti al suo esercizio. Dopo una settimana "alla macchia", un agente l'ha riconosciuta, dando inizio a un inseguimento durato 45 minuti che ha portato al recupero del mezzo. Da qui è partito il restauro, che ha coinvolto ogni componente della moto, a partire dalla pulizia completa del motore, ripulito dal trattamento originale e riverniciato in nero opaco con finitura trasparente.
Restauro profondo e componenti su misura
La richiesta del proprietario era chiara: rendere la moto più personale e meno anonima rispetto all’estetica originale total black. I cerchi sono stati sabbiati e protetti con vernice opaca, poi equipaggiati con pneumatici Continental TKC 80, in grado di offrire un look scrambler senza rinunciare alla fruibilità stradale. Sono stati realizzati a mano parafanghi in alluminio, carter laterali e un nuovo frontale con faro LED. La verniciatura in verde metallizzato opaco del serbatoio contrasta con le finiture grezze in alluminio, mentre sella e manopole marrone chiaro aggiungono un tocco rétro. Anche la ciclistica è stata rivisitata: forcelle abbassate di 40 mm e trattate con Cerakote trasparente, nuove piastre di sterzo sagomate, e ammortizzatori YSS regolabili al posteriore.
Tecnologia moderna e dettagli funzionali
Oltre agli interventi estetici e meccanici, la moto è stata aggiornata anche dal punto di vista elettronico grazie all’integrazione di componenti della NWT Cycletronic, tra cui pulsanti multifunzione, acceleratore elettronico e un modulo di controllo avanzato. La strumentazione è affidata a un cruscotto Motogadget Speedster, mentre l’impianto elettrico è stato adattato al sistema CANbus. Completano il progetto uno scarico artigianale in acciaio inox con terminali a cono rovesciato e coperchi valvole rifiniti a mano, che esaltano la personalità del bicilindrico trasversale da 744 cm³. Il risultato è una scrambler moderna, curata nei dettagli e pronta a tornare su strada. Che ne pensate?
Foto e immagini
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