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Morte di Marco Scaravelli – Il padre attaccato sui social, il Codacons contro la FMI

Si sono svolti ieri i funerali del piccolo Marco Scaravelli, deceduto mentre partecipava a un corso di guida su minimoto. La morte ha scatenato violente polemiche: il padre è stato oggetto di accuse pesanti sui social e il Codacons ha chiesto l'intervento del ministro Delrio. La FMI invece ha chiarito che non si trattava di una gara, ma di un corso di avvio all'attività sportiva
Ieri i funerali
La morte del piccolo Marco Scaravelli, deceduto a soli sei anni a causa di un incidente con una minimoto ha scatenato un vespaio polemiche. Ieri mattina si sono svolti i funerali del piccolo e il padre, è tornato nuovamente sulla dinamica dell'incidente: “Ho tirato la cordina per riaccendere la moto. Quel giorno faceva un caldo bestiale e volevo evitare di spingerla fino al gazebo che era a una quarantina di metri. Marco è saltato su e ha iniziato ad accelerare. La moto è partita, lui si è sbilanciato all’indietro, spaventato. E così è andato al massimo. Ha sfiorato un bambino, poi una transenna e poi dritto sulla piantana in ferro del cancello, dove ha battuto la testa".
La famiglia ha deciso di donare gli organi del piccolo Marco ma è stata anche oggetto di violenti attacchi sui social. Preso di mira il padre Cristian, descritto come un “invasato” di motori, mentre Marco era “baby pilota” troppo giovane per correre in pista. È sempre il padre ha spiegare la situazione: “Marco giocava a calcio, a tennis, a basket, amava il nuoto. Non era un baby pilota, come dicono. La verità è che io gli ho regalato un corso di cinque lezioni per il suo sesto compleanno e al termine della seconda, quando la moto era già spenta, è successa la disgrazia…". Intanto, la polemica ha oltrepassato i confini del dolore familiare, il Codacons ha pensato di scagliarsi contro il kartodromo che ha organizzato la giornata di guida e, indirettamente, contro la FMI, inviando una diffida ai gestori della struttura a far entrare bambini con meno di 14 anni di età e chiedendo anche un intervento diretto del Ministro dei trasporti Delrio : “Assurdo morire a sei anni per un gioco da grandi. Mai più morti per gioco. L’azione inibitoria si basa su una richiesta ai sensi dell’articolo art 140 del codice del consumo. Cessare attività lesive nei confronti dei consumatori. L’evidenza della lesività dell’attività è nella cronaca”.
La FMI non si è fatta attendere e, nella persona del Presidente Paolo Sesti ha risposto: “L'età minima di accesso all'attività agonistica non viene stabilità dalle singole Federazioni Sportive Nazionali, bensì dal Ministero della Salute; per svolgere quella motociclistica, è necessario aver compiuto 8 anni. Nel caso specifico, il povero Marco Scaravelli è scomparso nel contesto di un corso per l'avvio all'attività sportiva, quindi non si stava correndo alcun tipo di gara, e la fatalità ha voluto che intervenissero purtroppo delle cause esterne. Voglio inoltre sottolineare come la FMI svolga questo tipo di attività sulla base di linee guida che vengono seguite su tutto il territorio nazionale, le quali prevedono la gestione della stessa da parte di Tecnici abilitati o Istruttori federali. Ricordo, infine, che la casistica di incidenti o infortuni nell'attività (sia sportiva che agonistica) di minimoto è praticamente nulla”.
Insomma, la faccenda sembra essere lontana da una risoluzione e, purtroppo la polemica, andrà avanti ancora per molto.
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