Milietes pro minoribus: harleysti a difesa dei più deboli
Uniti per proteggere e tutelare gli indifesi dai prepotenti, gli harleysti del gruppo Milietes pro minoribus hanno difeso sia legalmente che fisicamente una donna dal compagno violento. Ecco la storia di Maura, del suo avvocato biker e dei “valorosi” cavalieri
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Milietes pro minoribus
Sbagliato, come si suol dire, far di tutta l’erba un fascio: anche se abbigliati con giubbotti in pelle, catene e guanti a mezze dita, esistono motociclisti “buoni” e motociclisti “cattivi”. Vero è che, specialmente oltre oceano, con i brutti ceffi affiliati alle varie gang di motociclisti è il più delle volte meglio non aver nulla a che fare, ma altrettanto vero (ne abbiamo avuto diversi esempi) è che non tutti gli amanti dei gilet, delle custom e dei baffi a manubrio sono cattivoni pronti a spezzarti una stecca da biliardo sula schiena, o peggio. Esempio lampante di quanto appena sostenuto ci viene, in casa, fornito dai Milietes pro minoribus (il nome dice tutto), gruppo di appassionati harleysti romani nato con l’intento di difendere i più deboli dai prepotenti e assurti di recente agli onori della cronaca per aver protetto - sia fisicamente che legalmente - una donna - Maura - dagli abusi del compagno violento. Sorte ha voluto infatti che l’avvocato della donna, al quale quest’ultima s’era rivolta per sporgere denuncia nei confronti dell’uomo, fosse membro appassionato degli MPM, subito informati della situazione. E così, mentre il primo lavorava sulle carte in tribunale, gli altri si organizzavano in ronde e turni di guardia sotto la casa di Maura, da cui il compagno, evidentemente “intimorito” dai rumori delle Harley (e non solo), ha pensato bene di mantenersi lontano. Ronde che ormai non saranno più necessarie considerando la sentenza di condanna imputata dal giudice di 2 anni e 6 mesi. La storia ha attirato l’attenzione anche della sindaca Raggi, che lo scorso 6 maggio ha accolto in comune una “delegazione” dei Milietes pro minoribus e la stessa Maura, grazie alla quale altre 18 donne, dopo essersi a lei rivolte, hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subite da fidanzati e mariti.
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