Milano: la ZTL Quadrilatero è un buco nell’acqua. Slittano le sanzioni e (forse) anche il provvedimento
La tanto sbandierata ZTL del Quadrilatero della Moda doveva trasformare il cuore dello shopping milanese. Invece, tra rinvii e critiche, il progetto sembra già a un passo dal fallimento
Niente ZTL?
Sarà per le critiche piovute da ogni direzione o forse per la completa e totale inutilità del provvedimento, ma la nuova ZTL del Quadrilatero della Moda rischia già di saltare prima ancora di partire. Il Comune ha infatti deciso di prorogare il periodo di “test”, avviato il 12 maggio per ancora qualche mese, con le telecamere installate attorno all’area che non entreranno in funzione prima di metà settembre.
Cosa prevede (sulla carta) la ZTL
Sulla carta, lo ricordiamo, la ZTL sarebbe attiva 24 ore su 24, tutti i giorni, in un’area compresa tra via Manzoni, via Senato, via San Damiano, corso Monforte, via Cino del Duca e l’area pedonale di corso Vittorio Emanuele , con accessi vietati a tutte le auto non autorizzate (moto e scooter potranno accedere liberamente fino all’11 maggio 2026). I varchi elettronici sono però accesi solo per raccogliere dati, monitorare i flussi e valutare eventuali correzioni. Niente multe, per ora.
Sala rallenta, i commercianti esultano
Il sindaco Beppe Sala e l’assessore alla Mobilità Marco Granelli parlano di “fase di rodaggio”, ma a guardare il calendario – e le reazioni – la sensazione è un’altra: la ZTL potrebbe essere rivista, se non addirittura riscritta da zero, coi commercianti che tirano un sospiro di sollievo e sperano in un cambio di rotta definitivo. Da’altra parte, secondo l’Osservatorio digitale di Deloitte, da quando l’area è “ufficialmente” ZTL, si registra un calo del 21% dei visitatori – sia locali sia stranieri. Per un quartiere che vive di shopping, non è un dettaglio.
Mero greenwashing?
Che la misura fosse controversa, del resto, era evidente da subito. La domanda che molti si pongono è semplice: che senso ha una ZTL in un’area che rappresenta appena lo 0,5% della città, già poco accessibile in auto, già piena di negozi di lusso e già attraversata – a piedi – da migliaia di turisti ogni giorno? Perché colpire un quartiere trainato da un commercio che dà lavoro, genera fatturato e attira visitatori da tutto il mondo? Solo un'ulteriore manovra di greenwashing? Ciò che è certo è che una simile misura, “verde” solo sulla carta, serve più a fare immagine che a ridurre davvero l’inquinamento urbano. E che intanto rischia di tagliare le gambe a chi – nel Quadrilatero – ha investito, vive e lavora.
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