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Mahle, nulla di fatto: in 450 rischiano il posto

Il colosso specializzato nella produzione di componentistica per automobili non cambia idea sul trasloco in Polonia. A rischio ci sono oltre 400 impiegati negli stabilimenti di Saluzzo e La Loggia. Ora si attende un tavolo di concertazione in Regione
Mahle in chiusura
L’ipotesi di una chiusura degli stabilimenti Mahle a Saluzzo e La Loggiayoutub - o meglio, del trasloco in Polonia - era nell’aria da tempo: scioperi e tavoli di trattativa non sono serviti a nulla e in 450 rischiano il posto. La situazione si protrae da mesi: a maggio le aspettative per il 2019 mostravano un peggioramento rispetto alle previsioni fatte a dicembre e, a causa del calo produttivo, si sarebbe anche dovuto ricorrere alla cassa integrazione ordinaria.
Specializzato nella produzione di componentistica per automobili, il colosso tedesco conta ad oggi circa 79 mila addetti in tutto il mondo, di cui 450 assunti negli stabilimenti piemontesi di Saluzzo e La Loggia. Il loro futuro, tuttavia, è ora più che mai incerto. “Oggi in Commissione Lavoro alla Camera ho interrogato il governo sull’annunciata chiusura degli stabilimenti piemontesi della Mahle, che coinvolge 450 lavoratori, oltre la metà dei quali a Saluzzo. Il primo tavolo si aprirà certamente in Regione ma ho ricevuto dalla sottosegretaria Puglisi l’impegno a seguire fin da subito la vicenda per individuare ogni possibile soluzione per evitare la chiusura e il licenziamento degli operai.” Ha dichiarato al termine del question time in Commissione Lavoro del 6 novembre la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo. La crisi in cui versa l’azienda - tra le altre cose non più fornitore degli stabilimenti Fca - sarebbe figlia del progressivo declino dei motori Diesel, o meglio, dell’incapacità da parte dei suoi dirigenti di diversificare gli investimenti, guardando, anche, ai motori benzina ed elettrici. Cosa che, a detta dei sindacati, più volte nel corso dello scorso anno i responsabili erano stati spronati a fare. Altro argomento affrontato da Gribaudo, che ha aggiunto: “Il governo ha anche rassicurato sulla volontà di voler sostenere il passaggio della produzione verso soluzioni più ecologiche, ad esempio da motori diesel ad elettrici. Mi auguro che questo impegno venga reso visibile e tangibile fin dalla legge di bilancio, e che si affronti con decisione presso il Ministero dello sviluppo economico la questione della fusione fra i gruppi FCA e PSA, che per il comparto in Piemonte deve riuscire a rappresentare un’occasione di rilancio, e non il contrario”. 

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