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Intervista esclusiva - Franco Picco promuove l'Africa Eco Race 2020 VIDEO

Il pilota vicentino ha fatto valere le proprie qualità nella lettura del road book, ma non è soddisfatto del risultato finale: “È stata un'edizione nella quale la navigazione ha contato più del solito, peccato però per quel tappo dell'olio che ha compromesso la mia classifica”
Franco Picco è un vecchio volpone del deserto e ancora oggi che non è più un ragazzino ci sono giorni nei quali riesce a dare una lezione a piloti ben più giovani e veloci. Come nella tappa numero sette di questa Africa Eco Race, quando la navigazione si è fatta difficilissima in mezzo alle dune spazzate dal vento e il vicentino ha trovato la strada quando gli altri si erano sostanzialmente persi.

L'esperienza conta
Picco se la cava con una battuta: “Non so, forse avevo un road book diverso, non ho fatto altro che seguirlo. Ma poi i primi mi hanno ben passato quando c'è stato da andare forte”. Un tributo alle qualità di Picco era arrivato anche da Botturi: "Ci eravamo persi e stavamo cercando di capire dove andare, poi ho visto Franco lassù, su una duna in lontananza. Annusava l'aria. Ha capito subito dove andare, ci ha tirato fuori tutti da lì". Tra allegria e ricordi, il bilancio di questa Africa Eco Race 2020 è agrodolce per Franco, che si è piazzato solo 54esimo in seguito a un problema da niente che però lo ha penalizzato parecchio: “Nella prima settimana ho perso il tappo dell'olio in una speciale. Il motore è andato in crisi, c'è stato ben poco da fare. Non mi va proprio giù quel che è successo, ma ormai è andata”.

Novità promosse
Il giudizio di Franco sulla gara nel suo complesso è però positivo: “La tappa di Tidjikjia è stata davvero bella, aveva il sapore delle Dakar di una volta. E poi in Mauritania il rally è stato difficile per le condizioni di navigazione che abbiamo trovato. Il vento aveva spazzato tutto. Il road book invece come sempre era perfetto. Note precise, ma comunque c'era molto da interpretare”. Picco se la prende con l'età che complica le cose, ma sempre con il sorriso sulle labbra: “La gara si fa più difficile, gli anni passano, e comunque bisogna dire che rispetto alle Parigi-Dakar di una volta i rally sono diventati e continuano a diventare sempre più tecnici. Bisogna essere svelti a leggere il road book e a pilotare nel tecnico, è una bella sfida”. Promossa anche la formula con partenza da Savona, per l'ennesima traghettata di Franco: “Ormai sono una trentina, se pensi che la prima è stata nel 1984. Il bello di questa gara è che mantiene quel fascino che non puoi più trovare da altre parti e comunque il Lago Rosa rimane sempre un posto mitico dove arrivare”.

Photo credits Alessio Corradini
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