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GoPro, è crisi: si cercano compratori interessati

In poco più di 3 anni, GoPro ha visto andare in fumo quasi l’85% del suo valore in borsa. Nel 2017 le vendite sono andate malissimo e ora si corre ai ripari. Oltre alla riduzione dell’organico, il suo fondatore Nick Woodman s’è abbassato lo stipendio a 1 dollaro, incaricando le banche d’affari di cercare compratori interessati
Crisi GoPro
La regina delle action cam è andata quest’anno, in fatto di vendite, piuttosto male, anzi, malissimo: le vendite dell'intero esercizio sono risultate piatte a quasi 1,2 miliardi di dollari con un - 38% nel solo mese di dicembre, il più importante visti i regali natalizi. Totale perdita dell’esercizio: 138 milioni di dollari. A pesare è stata anche la decisione aziendale di chiudere con il settore dei droni, inizialmente considerato come potenziale fonte di opportunità.
Nel 2014, anno del suo collocamento in Borsa, GoPro incassò un bonus in azioni dal valore di 285 milioni di dollari ed oggi si ritrova con circa l’85% del suo valore  in Borsa andato in fumo. Nel 2017 è andata malissimo e, visti i risultati, il consiglio di amministrazione ha deciso di azzerare la distribuzione di extra e abbattere il salario del fondatore Nick Woodman: per lui è stato scritto un nuovo piano di retribuzione che prevede un salario di un dollaro e nessun bonus cash legato ai risultati per il 2018.
Non solo: parallelamente alla riduzione dell’organico di circa il 20% - riduzione necessaria appunto a limitare il più possibile i costi - GoPro, che ha già incaricato le banche d’affari di trovare nuovi interessati,  è ora alla ricerca di un potenziale compratore.
Tra questi, a riportarlo è Bloomberg, ci sarebbe il colosso degli smartphone Xiaomi, ora in trattativa per avanzare la propria proposta economica, la cui entità rimane finora sconosciuta. Ciò che invece è certo è che il valore di GoPro è passato dal miliardo di dollari del 2014 a circa 700 milioni, ma anche che è possibile che continui la discesa in verticale. 

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