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Gibraltar Race, un'avventura alla portata di tutti - VIDEO

La quarta edizione del raid attraverso l'Europa partirà il 21 giugno dal mar Baltico per arrivare in Spagna dopo 7mila chilometri. Claudio Giacosa: "Non servono preparazioni particolari per la moto, bastano penumatici tassellati e una buna forma fisica". Possibile correre anche con la formula Express: metà percorso in 8 giorni.
Arrivare alla quarta edizione non è semplice per un evento complesso come la Gibraltar Race, che però si mostra invece in ottima salute, con novità interessanti in vista del via che si terrà il 21 giugno, tra poco più di un mese. Innanzitutto non cambia solo il percorso, ma anche il punto d'arrivo: “Anche per questioni legate alla Brexit non arriveremo più a Gibilterra – spiega Claudio Giacosa, uno degli organizzatori-. Per questa edizione partiremo dal mar Baltico, a Danzica, e arriveremo al chilometro numero uno del cammino di Santiago, in Spagna. Attraverseremo 8 nazioni e chi vorrà potrà anche partecipare con la formula Express. In occasione della giornata di riposo ad Arles i partecipanti alla versione ridotta potranno terminare la loro gara iniziata in Polonia oppure partire, disputando le tappe che li porteranno fino all'Oceano Atlantico”. La Gibraltar Race è una gara decisamente internazionale, considerando che l'80% circa dei partecipanti è straniero.

Bridgestone nuovo partner tecnico
L'altra novità di rilievo per il 2019 riguarda la presenza di un partner tecnico importante come Bridgestone, che fornirà prezzi agevolati e assistenza tecnica gratuita a chi monterà le coperture Battlax Adventurecross AX41e Battlecross E50.
Correre la Gibraltar Race significa andare in moto per più di 7mila chilometri, e anche se non è il cronometro a decretare il vincitore, avere una buona forma fisica e adeguate competenze di navigazione è fondamentale: “Il raid è aperto a tutti e non bisogna certo essere dei piloti professionisti – prosegue Giacosa-. Però le tappe sono lunghe e in termini di tempo impiegato il 50% della percorrenza si svolge su sterrato. Il terreno è dei più vari: si passa dalle foreste del nord Europa al deserto spagnolo. Nessuno davvero si annoia in una gara come questa”.

Una gara dal volto umano
La traccia gpx è fornita prima di ogni tappa dall'organizzazione ai concorrenti che la devono inserire nel proprio navigatore. Le moto non devono montare torrette per il road book né avere autonomie di carburante “africane” per affrontare la gara: “L'unico limite è nel peso di 145kg (per le moto moderne, derogano invece le storiche, ndr), il che rende la Gibratar Race deputata principalmente alle grosse bicilindriche. L'assistenza tecnica può intervenire ovunque sul percorso. Noi come organizzazione abbiamo un pick up per il recupero dei mezzi sul tracciato e un furgone per trasportarli in assistenza. Dal punto di vista medico invece tutte le tappe si svolgono su percorsi accessibili a un'ambulanza 4x4 in caso di necessità”.

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