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Ducati: la moto elettrica solo se degna del marchio

Ducati ammette il proprio interesse per le moto a zero emissioni. Le cose non sono però tanto facili quanto potrebbero sembrare: bisogna sviluppare una moto “degna” del marchio, capace di garantire l’interesse dei giovani di oggi - cioè dei clienti di domani - e, soprattutto, capire quando sarà il momento giusto per lanciarla sul mercato
Ducati e le elettriche
Di un’elettrica made in Borgo Panigale se ne discute - per forza di cose - ormai da tempo: l’ultima dichiarazione, in tal senso, è stata fatta dallo stesso Claudio Domenicali che, tornando sull’argomento in occasione dell’evento legato a Mototstudent, aveva confermato l’interesse di Ducati per le moto a zero emissioni.
Data la spiccata vocazione delle Rosse bolognesi per la pista e i cordoli, ci si chiede però quale potrebbe essere la migliore direzione che Ducati potrebbe seguire: concentrarsi su di una zero emissioni per l’utilizzo urbano e le gite fuori porta, o guardare invece alle prestazioni assolute in chiave superbike? A far chiarezza ci ha pensato l’Innovation Manager Pierluigi Zampieri: “Sviluppiamo le nostre noto con l'obiettivo di essere i migliori in pista - ha spiegato a MCN - ma con le elettriche la difficoltà aumenta, vista la necessità di trovare il giusto compromesso tra peso, prestazioni e autonomia”. Zampieri affronta il punto chiave, cruccio che tuttora impegna la quasi totalità dei produttori: serve tanta energia ma, per il momento (questo almeno secondo gli standard di Ducati) la quantità di energia immagazzinabile nella batteria non è sufficiente a garantire le prestazioni sperate. “Siamo un’azienda all’avanguardia - ha continuato - e vogliamo arrivare sul mercato con un prodotto allo stato dell’arte, migliore rispetto a quelli proposti dai nostri competitor. La domanda quindi è la seguente: è il momento giusto per farlo? Ci stiamo ancora  pensando…”. Pur con tutte le differenze del caso, la situazione non è poi così dissimile da quella in cui Ducati si trovava qualche anno fa con lo sviluppo del nuovissimo V4: dopo 50 anni di bicilindrico, il rischio era che gli affezionati clienti e, in generale, tutti i cultori del marchio bolognese guardassero alla scelta di Ducati con perplessità e diffidenza. “Prima di deciderci, ci abbiamo pensato a lungo e ora, con le elettriche, siamo nella stessa situazione: piacerebbe? Sarebbe davvero apprezzata una moto a zero emissioni? È il momento giusto per lanciarla sul mercato?”. “Sappiamo benissimo quanto tempo ci vuole per sviluppare una buona moto e stiamo già immaginando e disegnando l’elettrica perfetta. Il problema è: quando vogliamo tirarla fuori?”.
Ducati guarda - giustamente - ai clienti di oggi, senza però dimenticare che il futuro della Casa sta per forza di cose in quelli di domani: “fin da ragazzino,  sono sempre stato un grande appassionato di motori, ma i giovani d’oggi - ammette Zamperi - non sono proprio così: negli ultimi 5 o 10 anni è cambiato tutto, ci sono l’elettrificazione, la digitalizzazione, l’economia della condivisione. Internet ha cambiato ogni cosa e questo rende il tutto ancor più difficile. La vera sfida - ha concluso - è mantenere vivo l’interesse e soprattutto la passione per Ducati. Non possiamo permetterci di darla per scontata”. 

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