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Dakar 2016, Barreda: “Un fulmine è caduto a 100 metri da me”

Dakar news - Il pilota più veloce nel prologo è stato Joan Barreda, ma la speciale di 11 km non è stata semplice e lo spagnolo ha raccontato la sua corsa sotto la pioggia, dove è stato costretto ad andare anche a 20 o 30 km/h. Barreda si fida dell'organizzazione e riguardo all'annullamento della prima tappa ha dichiarato: "È stata presa la decisione migliore"
Quanta pioggia!
La Dakar ha avuto un inizio piuttosto difficile e Joan Barreda, che ha conquistato il primo tempo nel prologo, ha ammesso che in quella speciale di appena 11 km la situazione è stata più complicata del previsto. Lo spagnolo, alla guida della Honda, ha raccontato una volta arrivato al bivacco: “Sto congelando, ho bisogno di una doccia calda! Siamo partiti bene nei primi chilometri, ma nel km 250 ci siamo fermati a cambiare le gomme nell'ultimo punto dove ci si poteva fermare per fare assistenza e lì ha iniziato a piovere. Cinque chilometri dopo ha iniziato una tormenta di fulmini, me n'è caduto uno a 100 metri e mi ha scosso la moto. Pioveva moltissimo, c'era vento, e sono dovuto andare a 20 o 30 km/h. Ho provato comunque ad andare avanti perché ormai mancava davvero poco tempo alla partenza alle 8 del mattino. A un chilometro dalla partenza, c'era un rifornimento di benzina e ci han chiesto di aspettare lì perché l'orario andava ritardato. Hanno provato a farci partire da CP1, ma era impossibile. Prima del CP3 c'era un fiume molto grande e abbiamo visto che i passaggi erano pieni d'acqua e sarebbe stato impossibile attraversarli”. Il pilota della AMV ha fatto inoltre una considerazione: “Vediamo domani come sarà la situazione, ma queste prime due tappe sono molto complicate. Se si prende la decisione di partire, può essere molto pericoloso perché quando arrivi all'altezza di un fiume la situazione dipende da molte cose. Credo che è meglio che si faccia attenzione, la Dakar è appena iniziata. Poi andremo in Bolivia e ci saranno terreni molto diversi. Se sarà impossibile, bisognerà andare in zone più alte, come a Salta, dove sicuramente la situazione è migliore. L'organizzazione valuta sempre tutte le opzioni e questa volta è stata presa la decisione giusta”.
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