Salta al contenuto principale

Coronavirus, Patronaggio: depenalizzare un errore, bisognava procedere con arresti e sequestri

Coronavirus tra obblighi e divieti: secondo il pm di Agrigento le sanzioni per i trasgressori sono troppo basse. L’idea di Patronaggio prevede l'arresto facoltativo in flagranza di reato - ironicamente da scontare agli arresti domiciliari - ed il sequestro del mezzo
Image
News
Pene più severe?
Per quanto rigide, le misure restrittive circa gli spostamenti dei cittadini non prevedono sanzioni sufficientemente severe. Questo almeno secondo il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che, su Repubblica, ha sottolineato l’inadeguatezza della pena per chi viola il divieto: secondo Patronaggio occorreva prevedere l'arresto in flagranza di reato e il sequestro del mezzo, auto o moto che fosse.
"A fronte del susseguirsi di decreti e circolari in tema di contenimento dell'epidemia da Covid-19, una vera e propria sovrapposizione di "grida manzoniane" - dice Patronaggio - il cittadino, ma anche l'operatore professionalmente più qualificato, si trovano sempre più spesso disorientati. In ultimo, il DPCM del 25 marzo, che ha depenalizzato, di fatto, l'inosservanza al divieto di uscire da casa, induce grandi perplessità. Se è vero, come è vero, che in un sistema giuridico la sanzione penale è quelle più grave e maggiormente afflittiva (si pensi, senza alcuna condivisione, che in Cina i contravventori al divieto di uscire di casa venivano arrestati e deportati in luoghi lontani dai centri abitati), non si comprende come a fronte di un fenomeno così grave e diffuso, si sia scelta la strada della sanzione amministrativa, non prevedendo, fra le altre cose, il sequestro  dell'automezzo del contravventore”. Seppur annunciata nel caos dei provvedimenti, quest’ultima misura non è stata adottata: ad oggi, lo ricordiamo, in caso di spostamento non giustificato, è prevista la multa ma non il sequestro del mezzo. Un errore secondo Patronaggio, che insite: “non avere previsto il sequestro del mezzo da affidare in custodia allo stesso contravventore è stato un errore di valutazione, se solo si pensi  che la violazione del sequestro amministrativo sfocerebbe inevitabilmente nel reato di cui all'art. 334 c.p.”.  Non solo: a detta del magistrato, nel caso di una violazione si sarebbe addirittura dovuto prendere una strada ancor più “coraggiosa”, vale dire quella dell’arresto immediato. "Il ricorso all'arresto facoltativo in flagranza di reato, da scontare agli arresti domiciliari (del resto oggi tutti i cittadini ligi alla legge lo sono di fatto), non deve scandalizzare se solo si rifletta sul fatto che appare ben più grave mettere in pericolo la salute dei propri concittadini che rubare al supermercato, truffare qualcuno attraverso una falsa inserzione pubblicitaria  o appropriarsi dei beni di un socio”. 

Aggiungi un commento