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Cake, addio? Il marchio svedese di moto elettriche dichiara fallimento

L’azienda svedese fondata nel 2016, caratterizzata da un'immagine stilosa e un po' hipster, ha pochi giorni fa presentato istanza di fallimento. Tra le cause, secondo il CEO Stefan Ytterborn ci sarebbe il calante interesse per i mezzi elettrici, ma a pesare ci sono anche il richiamo da parte della National Highway Traffic Safety Administration e la mancanza di investitori

Addio Cake?
Cominciata nel 2016, la breve storia di Cake è terminata lo scorso gennaio con la presentazione dell’istanza di fallimento. Fondata da Stefan Ytterborn, l’azienda svedese ha fin da subito “stupito” una nicchia di pubblico con mezzi elettrici “sostenibili” e dal design minimalista e decisamente particolare. Ricordiamo, per esempio, la moto Osa+, forse il modello più rappresentativo di Cake (qui la nostra videoprova), oppure il progetto Kibb, ATV agricolo multifunzione con tanto di pannelli solari per la ricarica delle batterie. Grande accento sulla questione green ed in pochi anni l’azienda ha aperto store in molte città, da Stoccolma a Los Angeles, passando per Tokyo, News York e Parigi. Qualcosa però ad un certo punto è andato storto: in un’intervista al quotidiano svedese Dagens Industri, il fondatore e CEO Stefan Ytterborn ha spiegato che sono “numerose le circostanze che hanno portato l’azienda in questa situazione”, riferendosi tanto alla questione climatica “non più al centro dell’attenzione”, quanto alla crisi generale “dell’intero ecosistema”.

Qui il listino delle moto Cake, con tutte le informazioni sui modelli

Batterie a rischio e mancanza di investitori
A decidere le sorti di Cake hanno però contribuito due altri importanti aspetti, uno di natura più “tecnica”, l’altro di carattere economico. Il primo riguarda il malfunzionamento delle batterie montate su alcuni modelli venduti tra il 2018 e il 2023 che, oltre ad un’investigazione da parte della National Highway Traffic Safety Administration, preoccupata per i potenziali rischi di incendio, è costato a Cake una costosa campagna di richiamo per i modelli interessati. Il secondo aspetto riguarda invece il repentino ripensamento di un investitore che, tiratosi indietro all’ultimo modello, ha lasciato l’azienda scoperta aggravando ulteriormente la sua posizione. Fatto sta che lo scorso gennaio Cake non è riuscita a pagare i suoi circa 140 dipendenti, vedendosi così costretta a presentare istanza di fallimento il 1 febbraio di quest’anno.

Non è ancora chiaro come andrà a finire questa storia, dato che il procedimento è ancora in corso: ovviamente, vi terremo aggiornati.

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