Bosch guarda oltre i radar: le moto diventano "connesse"
Dai radar alla “comunicazione condivisa”, la sicurezza su due ruote è pronta a fare un nuovo salto in avanti. Bosch immagina un futuro in cui le moto dialogano tra loro, scambiando dati su traffico, asfalto e pericoli imminenti. Un’evoluzione tecnologica che punta a ridurre i tempi di reazione e, quindi, gli incidenti…
Bosch guarda oltre i radar
Che Bosch sia ad oggi uno dei principali attori nello sviluppo dei sistemi di assistenza alla guida non è certo una novità. Guardando oltre le tecnologie già disponibili, la multinazionale tedesca immagina un futuro in cui le moto non si limiteranno a “leggere” ciò che accade davanti a loro, bensì comunicheranno tra loro tramite software basati su cloud, contribuendo attivamente alla prevenzione degli incidenti. Una strada insomma molto simile a quella già imboccata dalle auto a guida autonoma. A spiegarlo è Geoff Liersch, responsabile della divisione Two-Wheeler & Powersports di Bosch…
Dalle moto “premium” agli scooter
In tre decenni, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Alla fine del 2024 Bosch ha infatti presentato un nuovo pacchetto di sistemi di assistenza, vale a dire la seconda generazione degli Advanced Rider Assistance Systems (ARAS), che debutteranno in produzione sulla KTM 1390 Super Adventure S Evo MY 2026 equipaggiata con cambio semi-automatico AMT.
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L’obiettivo è però quello di portare questa tecnologia anche su modelli più “accessibili” seguendo un percorso già visto in passato. Per Liersch, tali soluzioni non sono infatti destinate esclusivamente alle maxi-enduro o alle granturismo. Anzi, potrebbero trovare applicazione anche nel segmento degli scooter di grossa cilindrata, soprattutto in mercati in cui il traffico è spesso intenso e caotico. Leggasi paesi asiatici.
Moto connesse tra loro
Il vero salto concettuale, però, potrebbe arrivare con la comunicazione tra moto tramite cloud. Secondo Liersch, le moto del futuro potrebbero condividere informazioni su condizioni dell’asfalto, cambiamenti meteo o pericoli improvvisi, avvisando i motociclisti con segnali acustici prima ancora che il rischio diventi visibile. Il principio è simile a quello delle app di navigazione riserva alle auto, ma con una differenza sostanziale: i dati non verrebbero inseriti manualmente, bensì raccolti direttamente da appositi sensori . “Queste informazioni possono essere inserite in un database e fornite al motociclista che segue”, spiega Liersch. “Un altro esempio è una buca sul manto stradale. La prima moto che la affronta la segnala anche (magari attraverso un sensore alle sospensioni), Funzioni semplici, ma fondamentali quando si va in moto”. Un altro ambito in cui la comunicazione tra moto potrebbe fare la differenza è la guida in gruppo. Bosch ha già sviluppato una funzione di Group Ride Assist, integrata nell’Adaptive Cruise Control, che regola automaticamente la velocità in base alla distanza dalla moto più vicina, evitando “buchi” nella formazione. Ma il potenziale, secondo Liersch, è ben più ampio: “Se le moto fossero connesse, prima ancora di frenare potrei dire a quella dietro ‘stiamo per frenare. Il tempo di reazione sarebbe pari a zero, e questo aprirebbe scenari interessanti: distanze più ridotte e una gestione del gruppo molto più fluida, grazie ai dati condivisi tra le moto”.
Una tecnologia già pronta (ma costosa)
Dal punto di vista tecnico, Bosch sottolinea come gran parte dell’infrastruttura sia già disponibile. I sistemi ARAS introdotti nel 2024 dialogano costantemente con ECU, piattaforma inerziale (IMU) e controllo di stabilità, offrendo una comprensione completa del comportamento della moto. “La tecnologia esiste”, conferma Liersch. “Funziona davvero molto bene. Ma non siamo ancora al punto in cui i costi permettano una diffusione di massa sul mercato”. Ma c’è dell’altro: nel lungo periodo, Bosch immagina una connessione diretta veicolo-veicolo, senza passare dal cloud. Una soluzione che, però, richiederà ancora tempo: “Prima dobbiamo vedere questa tecnologia diffondersi anche sulle automobili”. Discorso tempistiche (e costi) a parte, la direzione si direbbe ormai chiara…
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